Piste ciclabili tutte da rifare, segnaletica sbagliata, cartelli in contraddizione tra di loro e con la segnaletica orizzontale. Milano sta diventando come Bombay dal punto di vista viabilistico. Basta fare un giro per la città per rendersene conto: da via Castelbarco a viale Puglie, da viale Monza alla Cerchia dei Navigli sono molteplici gli errori che si trovano e potenzialmente gravi le conseguenze, per il Comune. Per gli utenti invece sono confuse e potenzialmente pericolose.
Siamo in via Castelbarco: qui la corsia ciclabile corre a sinistra della zona per la sosta, e a destra dei veicoli in transito. I ciclisti e chi va in monopattino quindi sono «stretti» tra le auto parcheggiate e quelle in transito. Attenzione: non si tratta di una pista, ma di una corsia per le bici, che «ruba» una carreggiata alle auto, con disagi enormi al traffico. Qui il tema è come è stata realizzata la corsia: tratteggiando una riga bianca discontinua sull'asfalto e il simbolo della bicicletta. Tecnicamente, cioè, per il codice della strada, «non esiste». In sostanza è una porzione di carreggiata che, dal simbolo, sembra essere dedicata alle biciclette, ma in realtà può essere tranquillamente invasa dalle auto, dalle moto, dai furgoni senza incappare in alcuna sanzione. Di fatto le auto la rispettano, ma se dovesse malauguratamente succedere qualcosa, sarebbe il Comune a risponderne.
La stessa situazione si ripete in via Castelbarco, in viale Puglie e in viale Monza. Come è possibile vedere anche dalle immagini, i rischi sono noti, come le portiere delle auto che se aperte all'improvviso, di buttare a terra ciclisti e le persone in monopattino. Per altri versi c'è il rischio che auto, moto o camion invadano impunemente la corsia.
Non molto lontano, in via Lombroso, il Comune ha deciso di fare una cosa diversa: qui è stata realizzata una «vera» pista ciclabile in sede promiscua. Tratteggiata, quindi, con la doppia striscia bianca e gialla e con la segnaletica verticale di accompagnamento.
Completamente diversa e più complessa la situazione nella Cerchia dei Navigli, dove la segnaletica è contraddittoria. O, meglio, la segnaletica verticale, che gerarchicamente viene prima di quella orizzontale, è in contrasto con quella orizzontale. Stiamo parlando dei tratti di ciclabile ricavati all'interno della corsia riservata agli autobus e ai taxi. Come in corso Monforte o in via Fatebenefratelli: la segnaletica verticale è rimasta quella vecchia, quindi, indica il divieto di accesso tranne a autobus e taxi, per terra, invece, è disegnata una vera pista ciclabile e pochi metri dopo, compare la segnaletica verticale che indica la pista ciclabile nella corsia riservata. Inutile dire che questo genera confusione. Oltre che essere pericolosissima, perché stretta per una bicicletta o un monopattino affiancati da un autobus. SE dovesse accadere qualcosa, è sempre il Comune a risponderne.
In via Francesco Sforza all'incrocio con via Laghetto spariscono all'improvviso i cartelli.
C'è solo la corsia tracciata al suolo, mentre davanti all'ingresso del Policlinico la pista finisce e non si sa, con la bicicletta, dove poter andare. A ciò si aggiunge il cantiere della metropolitana interdetto alle bici.
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