Comune, la sinistra vuole le zone a luci rosse

Relatrice della mozione in commissione l'ex prostituta Pia Covre

Daniela UvaTecnicamente viene definita zoning. È la forma di organizzazione della prostituzione in strada sperimentata dal comune di Venezia negli ultimi anni e indicata come la via da seguire per disciplinare il fenomeno anche a Milano. L'idea è del radicale Marco Cappato, che ha presentato una mozione nella quale, ricalcando l'esperienza veneta, indica le linee guida per realizzare la cosiddetta zonizzazione della prostituzione. Niente case chiuse o quartieri a luci rosse. L'idea è di scegliere una decina di strade «a basso impatto di tensioni sociali», nelle quali l'esercizio del mestiere più antico del mondo sia tollerato. In modo, spiega sempre Cappato, da «controllare il fenomeno, ridurre al minimo i disagi per la cittadinanza e sconfiggere il racket amministrato dalle organizzazioni criminali».Secondo il progetto, insomma, il Comune dovrebbe indicare alcune aree - quelle ad alta urbanizzazione o molto conflittuali - da interdire completamente alla prostituzione. Il passo successivo prevede l'identificazione di particolari insule, delimitate e monitorate, nelle quali sperimentare il nuovo approccio con il supporto di cittadini, forze dell'ordine e lavoratrici di strada. La mozione prevede anche la creazione di un numero verde per le segnalazioni, la realizzazione di una mappa informatizzata delle aree «rosse», la creazione di punti di sicurezza per accogliere e sostenere le vittime dello sfruttamento, la messa a punto di norme che garantiscano un «utilizzo adeguato degli spazi» e la creazione di un «punto rosso» alla stazione Centrale attraverso il quale fornire informazioni e orientamento. Insomma, un progetto difficile da realizzare, soprattutto a cinque mesi dalle Comunali. Come ha dimostrato la prima discussione in commissione Pari opportunità, terminata con l'ennesima lite nella maggioranza.A innescarla Maria Rosaria Iardino autrice, con il collega Mattia Mirko Stanziani, di una mozione contraria allo zoning. Alla sua richiesta di discutere entrambi i documenti nella stessa seduta, il presidente Anita Sonego ha opposto un no deciso. Il risultato è che la consigliera è uscita dall'aula sbattendo la porta. A prendere la parola, a quel punto, è stata la relatrice della mozione, Pia Covre. Un passato sulla strada e un presente come attivista dei diritti delle prostitute oltre che come candidata al Parlamento europeo nel 2009 nella Lista Anticapitalista. «Come cittadina ritengo inconcepibile discutere di un argomento così delicato in questo clima - è la prima stoccata ai consiglieri in aula -. Ritengo che tutti i presenti dovrebbero essere interessati ad ascoltare e a discutere».Il tempo di leggere la prima parte della sua relazione, preparata in qualità di consulente del Comune di Venezia, e arriva la seconda frecciata: «Non so se Milano sia pronta e in grado di realizzare un progetto del genere. Occorre una capacità di politici e operatori attraverso la quale mettere a punto progetti integrati. In mancanza di queste condizioni penso sia inutile cominciare a discutere». A complicare il quadro contribuiscono le elezioni che rischiano di trasformare la discussione in un caso politico.

«Non è certamente questo il momento storico adatto per parlare di un argomento così complesso - conferma il vicepresidente del Consiglio comunale Riccardo De Corato -, la mia soluzione è eliminare la prostituzione dalle strade e spostarla nelle case attraverso la creazione di cooperative sotto il controllo di Questura e Asl».

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