Islam Abdel Karim, rapper egiziano 32enne noto come "Kappa_24K", è stato condannato a 2 anni e 3 mesi per "detenzione e porto sulla pubblica via di arma da sparo ed esplosione in aria di più colpi in luogo pubblico e affollato", dopo aver per aver preso parte alla sparatoria dell’8 gennaio in piazza Monte Falterona, quartiere San Siro a Milano.
La vicenda
Il processo, con rito abbreviato, ha visto la condanna anche del pregiudicato e "rivale" Carlo Testa, 51 anni: per lui 8 anni di reclusione per tentato omicidio. La procura aveva chiesto 10 anni con l'aggravante dei "futili motivi" e 2 anni e 8 mesi per il rapper.
Secondo le indagini sarebbe stato proprio il 51enne a ferire gravemente l'egiziano, ma il vero obiettivo doveva essere proprio ’24K’. Le gang con a capo i due soggetti erano in contrasto da tempo. C'è stata un'escalation di violenza, con insulti e minacce che vedevano in contrasto i due gruppi di rapper, poi lo scontro finale. Tutto era cominciato sul web a colpi di "dissing", cioè la gara di insulti con base rap.
Secondo le indagini a scatenare la rabbia della fazione rivale sarebbe stato soprattutto un epidosio: il 51enne avrebbe cambiato fronte passando al gruppo antagonista di piazza Prealpi, di cui farebbero parte anche i rapper Rondo da Sosa, Simba la Rue e Keta, anche loro già noti alle cronache. Un testimone avrebbe dichiarato di aver sentito parole poco equivoche prima della sparatoria: "Venite qui, siamo in piazza Falterona, vi sparo in faccia".
In un'intercettazione si sente il rapper pronunciare questa frase: "Se lo becco io prima che lo trovano le forze dell’ordine (riferendosi a Testa, ndr) lo mando in coma... a me viene a fare questo... mi fai l’agguato con trenta persone, figlio di p..., infame".
La difesa del rapper aveva sostenuto che il proprio assistito avrebbe usato una "pistola ad aria compressa, di quelle che usa spesso nei suoi video musicali".
Dall'altro lato gli avvocati di Testa hanno detto che il loro cliente aveva sparato tre colpi in aria per difendersi, ma uno di questi colpì "accidentalmente" una terza persona: l'egiziano, che "faceva parte (anche lui) degli aggressori".I difensori di entrambi i soggetti fanno sapere che ricorreranno in appello.
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