Vigila di speranza e preoccupazione. Domani sarà il trentottesimo anniversario dell'assassinio di Sergio Ramelli. Gli esponenti della destra milanese - o delle destre - confidano nella possibilità di un ricordo finalmente sereno concesso agli amici e alla famiglia, dopo anni di assurde offese alla memoria del giovane, vittima del fanatismo violento di una pseudo-ideologia dell'estrema sinistra. Ramelli era uno studente. La sua unica colpa? Manifestare simpatia per la destra e aver scritto forse un tema che condannava moralmente le Brigate rosse. Fu messo alla gogna e il 29 aprile di 38 anni fa ucciso a colpi di chiave inglese da appartenenti all'area dell'Avanguardia operaia. Morì dopo 40 giorni di coma. La commemorazione di Ramelli è stata sostanzialmente impossibile in questi anni. Un anno dopo il suo assassinio un consigliere provinciale, Enrico Pedenovi, fu ucciso da estremisti riconducibili a Prima linea.
La memoria di entrambi è stata oggetto di incredibili insulti. Basti pensare agli imbrattamenti sotto casa Ramelli, che hanno costretto a coprire con una teca il murales in suo onore («Ciao Sergio») ma anche le manifestazioni di frange di «studenti» e centri sociali contrari alla intitolazione di una sala in via Corridoni. Anche le cerimonie istituzionali hanno mantenuto sempre un basso profilo. E quest'anno sembra non fare eccezioni. Il cerimoniale di Palazzo Marino ha comunicato che «due valletti del Comune deporranno una corona alle 15 al giardino dedicato a Ramelli e alle 15.30 alla targa dedicata a Enrico Pedenovi». «Anche quest'anno - polemizza l'ex vicesindaco Riccardo De Corato - non è prevista la presenza né del sindaco né di alcuno degli assessori. Chiedo al sindaco il motivo di questa scelta: il barbaro assassinio di queste due vittime del terrorismo rosso non dovrebbe indurlo ad intervenire personalmente in nome di quella pacificazione a cui si è riferito proprio qualche giorno fa?». «Il sindaco - chiede De Corato, oggi esponente di Fratelli d'Italia - non dovrebbe forse rappresentare tutta la città?». «Evidentemente - conclude - Ramelli e Pedenovi a distanza di 38 e 37 anni dalla loro morte fanno ancora paura alla sinistra a cominciare dagli amministratori di Palazzo Marino». La sinistra, d'altra parte, continua a chiedere alle autorità di «vigilare» sul corteo in programma domani sera con partenza alle 20 in piazzale Susa. Lo ha fatto l'Anpi due giorni fa e ieri lo ha ripetuto Sinistra e Libertà con la capogruppo comunale Patrizia Quartieri. «È evidente che il ricordo di una persona defunta è sempre legittimo - ha concesso, ed è da notare l'aggettivo - quello che viceversa è intollerabile - ha avvertito - è la parata in stile militare, con celtiche e saluti romani che ogni anno sfila per la nostra città».
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