Dietro la piazza zero idee. "Il Pd non ha presentato un progetto sulla sanità"

Monti: "Vanno con Rifondazione e Cobas per nascondere il vuoto di proposte in Regione"

Dietro la piazza zero idee. "Il Pd non ha presentato un progetto sulla sanità"

Dietro la piazza, niente. Nessuna proposta, lavoro istituzionale poco e di scarsa qualità. Ha poche idee ma confuse il Pd lombardo che sabato ha deciso di unirsi alla protesta oltranzista e giustizialista della sinistra contro la Regione e contro il privato in sanità, un'iniziativa che aveva il solo scopo di suonare la carica in vista delle Regionali del 2023. «Dispiace che a sinistra abbiano riempito il vuoto delle idee e delle proposte con la sinistra più estrema» dice il presidente della commissione Sanità Emanuele Monti. Un vecchio adagio della sinistra vuole che, con le piazze piene, le urne restino vuote. In questo caso era mezza vuota anche la piazza Duomo. C'erano i Cobas, Rifondazione Comunista, c'erano perfino le «Brigate Sanitarie», e il mattatore è stato Vittorio Agnoletto, il medico milanese che alle elezioni regionali si è già candidato, nel 2010, ottenendo la bellezza del 2%. Eppure, in quella stessa piazza, sullo stesso palco, con argomenti simili, ci è andato anche il Pd, che sta al Pirellone e nelle istituzioni regionali. E porta il suo contributo. O meglio, dovrebbe farlo.

Probabilmente, infatti, è proprio l'impossibilità (o l'incapacità) di elaborare una proposta convincente che ha indotto il principale partito dell'opposizione ad aderire a una manifestazione egemonizzata da sigle della sinistra radicale. Ieri, sul «Giornale», il consigliere di «Azione» Niccolò Carretta ha preso le distanze da quella piazza «animata da furore ideologico», chiedendo agli alleati un lavoro concreto e credibile in vista delle elezioni.

«Non avendo portato alcun argomento di merito sulla sanità - osserva Monti - non presentando nemmeno un progetto di legge alternativo a quello del centrodestra, la sinistra sfila in corteo con Agnoletto e la sinistra più estrema». «Ma se la sinistra è questo - dice Monti - elettoralmente parlando bene per noi, ma politicamente è un peccato per la Lombardia». Come presidente della commissione e relatore, Monti sta lavorando alla riforma, che mercoledì va in commissione. Solo lui ha presentato 30 emendamenti e altrettanti sono quelli del resto della maggioranza. Sa, Monti - e gli organismi governativi lo confermano - che la riforma completerà il percorso avviato con la precedente. Il leghista crede nell'impianto che viene confermato, con due «gambe», il pubblico e il privato, «equivalenti» e incaricate di erogare un servizio pubblico, entrambi con delle responsabilità. «La gente che va al San Raffaele è curata bene - dice - e chi ci lavora è orgogliosa di lavorarci. Chi vuol chiudere tutto questo, per fare non si sa bene cosa, spaventa i lombardi».

Monti crede nel sistema lombardo, ma non per questo ha chiuso il lavoro in commissione. Al contrario. «Il nostro percorso - dice - è stato partecipativo, mai tante audizioni in 50 anni di istituzione della Regione e un coinvolgimento pieno della maggioranza verso gli interlocutori della sanità accogliendo spunti e proposte». Ma - proprio qui sta il punto - in questo lavoro istruttorio il contributo dell'opposizione è stato scarso. «Nel 2015 - racconta Monti - loro depositarono quattro progetti; uno sforzo importante, con Borghetti e altri, che arricchì anche la riforma. Stavolta no. Mercoledì ci troveremo a bocciare numerosi emendamenti della sinistra perché tecnicamente imprecisi o errati». «Da un anno parlano di sanità, ma proposte zero - osserva Monti - tranne Azione gli altri hanno solo urlato salvo poi veder smentite le loro urla, come sul Trivulzio e l'ospedale in Fiera».

«È prevalsa una linea quella che strizza l'occhio ai 5 Stelle - si rammarica Monti - così mentre loro vanno in piazza con i Cobas e Agnoletto, non sono più gli interlocutori di sindacati, associazioni professionali e di pazienti. Noi ci presenteremo con una legge che mette a terra il Pnrr e tiene conto di tutti i suggerimenti - conclude - loro si presentano con zero proposte. Proveranno a mettere una toppa in Aula, ma sarà tardi».

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