È l'ennesima pista ciclabile sbagliata, quella che corre per 5 chilometri, a doppio senso di marcia, in via Novara dall'altezza di via Millelire fino a Figino, al confine di Settimo Milanese. Si tratta infatti di una corsia «illegale» perché non supportata dal decreto attuativo del governo, che non è ancora stato emanato e che presenta delle irregolarità e degli errori, oltre che dei punti estremamente pericolosi, come spiega Enrico Bonizzoli, esperto di sicurezza stradale e consulente del ministero dei Trasporti, a partire appunto dalla premessa fondamentale: «Tutte le corsie ciclabili introdotte nel DL Rilancio non sono ancora normate nel Regolamento di attuazione ed esecuzione. Di conseguenza non possono essere realizzate».
Così «l'unica norma esistente per le piste ciclabili è un decreto del 1999 che prevede che le ciclabili vengano realizzate dove ci sia una forte domanda da parte dell'utenza, ma non mi pare che sia questo il caso» continua Bonizzoli. Antonio Salinari, consigliere del Municipio 7 (Fi) già a luglio smentiva: «Siamo di fronte a intervento invasivo che non è stato concordato con l'istituzione più vicina ai cittadini tanto meno con i residenti. La sinistra parla di decentramento, di nuovi poteri alle zone e poi si comporta in questo modo». Ecco dunque che l'opera è stata imposta dall'alto, con buona pace dei cittadini che «si sono trovati a settembre la ciclabile, che causa un enorme traffico a tutte le ore, con conseguente smog e inquinamento acustico, dal momento che via Novara è una delle principali arterie di ingresso in città - racconta Salinari-. Sul piede di guerra anche i commercianti che ora non hanno più passaggio di clienti dal momento che è impossibile parcheggiare davanti ai negozi per il traffico costante. Raccoglierò le firme per chiedere di cancellare questo scempio che è l'ennesima dimostrazione di come il Comune pensi solo a rendere impossibile la vita agli automobilisti, con il paradosso in questo caso di aumentare lo smog anzichè diminuirlo».
L'aspetto più grave è che la corsia si trova su un arteria fondamentale di ingresso in città, restringe in modo drammatico la carreggiata con il risultato che le auto si trovano incolonnate in entrata e in uscita fin dal mattino. Non essendoci altro sfogo, un'ambulanza diretta al pronto soccorso dell'ospedale San Carlo rischia di trovarsi imbottigliata senza possibilità di alternativa e «sappiamo tutti quanto possano essere preziosi anche una manciata di secondi per chi vi si torva a bordo - continua Bonizzoli -. Ancora una volta l'amministrazione dimostra come le corsie vengano disegnate senza avere alle spalle un progetto di viabilità e senza rendersi conto delle conseguenze che questa superficialità può provocare, come dimostrano gli incidenti anche gravi che si sono verificati in corso Buenos Aires per esempio o che potrebbero esserci in questo caso in questo caso anche molto gravi». La stessa cosa succede in via Saint Bon, sempre nel municipio 7, dove la ciclabile che è stata disegnata nella via dove ha sede il Centro diagnostico, quindi con un via vai di circa 3mila pazienti al giorno, per i mezzi di soccorso diretti al San Carlo.
Questa ciclabile in molti tratti mette a rischio gli stessi ciclisti che si trovano a pedalare in corrispondenza delle fermate degli autobus 64 e 80, mentre in corrispondenza della sosta diventa ancora più pericoloso per ciclisti e automobilisti dal momento che le macchine parcheggiate a sinistra della ciclabile impediscono di
vedere chi arriva. Per non parlare degli attraversamenti pedonali che, dalle auto in sosta arrivano al marciapiede, senza scivolo creando una barriera architettonica. Così in corrispondenza del distributore di benzina QT8.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.