Tra Fontana e Moratti il chiarimento non c'è "Il rapporto è incrinato"

Il presidente e la sua vice alla resa dei conti. Al licenziamento manca solo l'ok dei partiti

Tra Fontana e Moratti il chiarimento non c'è "Il rapporto è incrinato"

Il divorzio è consumato. Il rapporto fra Attilio Fontana e Letizia Moratti è definitivamente incrinato, e ormai irrecuperabile. E tuttavia la parola fine sulla «mini-crisi» ai vertici di Regione Lombardia non è stata ancora scritta.

Spetterà ai partiti farlo. Saranno i leader nazionali a dover dare il «via libera» al governatore, che intende togliere le deleghe alla sua vice. E, nel contempo, saranno loro a scegliere chi, fra i due, sarà il prossimo candidato del centrodestra alla guida di Regione Lombardia.

È da quella contesa, infatti, che nasce tutto. Lì sta il nodo della incompatibilità, tutta politica, fra i due. In Regione, un anno e mezzo fa, in piena emergenza Covid, si avvertiva il bisogno di una svolta e un po' a sorpresa è arrivata: manager, presidente Rai, poi ministro e infine sindaco di Milano, Letizia Moratti in quel passaggio è tornata alla politica - dopo qualche anno di «stacco». Con il tecnico Guido Bertolaso - super-consulente retribuito con 1 euro simbolico - la nuova assessora ha allestito un piano vaccinale che ha funzionato a dovere, alla fine però si è fatta avanti, proponendosi al centrodestra come candidata. Nello stesso tempo Fontana, che aveva vissuto in prima persona i mesi più travagliati della pandemia, ha maturato la convinzione di ricandidarsi per presentare ai lombardi il lavoro fatto.

Inevitabilmente, è nata una tensione che va avanti ormai da mesi. Fino a ieri. Dal Varesotto, in cui si trovava per presentare un piano sulle «aree interne», Fontana ha convocato Moratti. Gli staff hanno «incrociato» le agende. Fissato alle 18 e 30, l'incontro è iniziato poco dopo le 19, ma anche nel corso del pomeriggio il capogruppo regionale della Lega, Roberto Anelli, ha chiesto espressamente alla Moratti un «passo indietro», con parole durissime: «L'atteggiamento della vicepresidente - ha detto - oltre ad essere palesemente scorretto, rappresenta un gravissimo errore politico: l'effetto della sua presa di posizione, puramente personalistica, è quello di rischiare di destabilizzare l'azione amministrativa della Giunta regionale, a pochi mesi dalla conclusione di questa legislatura e, soprattutto, in un momento di profonda crisi economica». Lo stesso «pressing» lo ha fatto il giorno prima il commissario regionale Fabrizio Cecchetti, fedelissimo di Matteo Salvini.

La Lega dunque, è determinata, proprio come Fontana, che alla fine del faccia a faccia ha licenziato una nota insolitamente dura. «Ho evidenziato alla vicepresidente, in maniera chiara e inequivocabile - ha detto - che il nostro rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato». Poi ha aggiunto che prenderà «una decisione definitiva dopo un confronto con i leader del centrodestra».

La Lega vuole tenere la Lombardia. Ora resta da capire come si regoleranno gli altri, a partire da FdI. Su questo si è molto «ricamato» e anche ieri Moratti ha pubblicato un video con il lusinghiero giudizio riservatole da Giorgia Meloni nei giorni in cui fu inserita in una sorta di rosa per il Quirinale (anche se poi non votata). L'impressione, però, è che la stessa adesso Meloni abbia altre priorità.

Se i partiti decidessero di «sacrificare» Moratti, lei potrebbe forse

provare a candidarsi ugualmente, questo almeno è stato fatto balenare. Ma con chi e con quali chance? L'impressione è che la soluzione definitiva del braccio di ferro potrebbe arrivare con la formazione del nuovo governo.

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