Attilio Fontana non si ferma. E neanche Letizia Moratti, per ora. Mentre la sinistra è alla ricerca di un candidato credibile, dunque, il centrodestra ne conta almeno due. Ed entrambi hanno ottime ragioni dalla loro parte. Fontana è il presidente uscente, è stato un apprezzato sindaco di Varese e poi presidente del Consiglio regionale. Leghista da sempre, federalista convinto, sembrava destinato a una tranquilla carriera parlamentare quando la Lega l'ha chiamato in servizio per l'improvvisa rinuncia di Roberto Maroni. Ha vinto con larghissimo margine le elezioni, ha gestito l'emergenza più incredibile della storia lombarda, il Covid, ha guidato la riscossa della Regione e ritiene di avere tutto il diritto di chiedere la conferma ai concittadini: difendere il suo operato e portarlo avanti. «Ho confermato la disponibilità a continuare il mio lavoro per la grande comunità lombarda, che è molto più di una regione - ha detto ieri - Sono tanti ed importanti i progetti da portare avanti insieme. Le Olimpiadi del 2026, i nuovi treni per l'ammodernamento della flotta regionale, la riforma della sanità territoriale, l'autonomia. Le sfide della transizione ecologica per il territorio più produttivo d'Italia e la semplificazione per imprese e famiglie». Una bozza di programma di governo.
La disponibilità di Fontana, lunedì, ha ricevuto l'imprimatur del suo partito, la Lega, che lo ha indicato come «candidato naturale». E ieri Fontana ha fatto sapere di considerare acquisito il via libera degli alleati. I fedelissimi del governatore sono già al lavoro: «Come Lombardia Ideale - Fontana Presidente, movimento civico che esprime quasi 300 amministratori locali - ha detto ieri il consigliere regionale Giacomo Cosentino - siamo già al lavoro da mesi, avendo ben chiari quali siano gli obiettivi da raggiungere».
Inaspettatamente però, pochi giorni fa si è fatta avanti Letizia Moratti, annunciando anche la sua disponibilità. Ex ministro, ex sindaco di Milano, è arrivata in Regione un anno e mezzo fa, quando le difficoltà sul fronte del Covid non mancavano, e ha dato un contributo di qualità - insieme a Guido Bertolaso - per allestire una campagna vaccinale efficiente. Nonostante l'endorsement della Lega, Moratti ha confermato le sue intenzioni. E ha spiegato di aver voluto «bruciare» ogni ipotesi sul suo conto come possibile candidata del terzo polo: si è fatta avanti, insomma, legando questa sua candidatura al centrodestra, a cui si è rimessa. Ieri lo ha ribadito: «Io ho semplicemente dato la mia disponibilità, anche chiarendo una situazione, alla coalizione del centrodestra. Quindi adesso aspetto di vedere quali sono le posizioni di tutta la coalizione del centrodestra».
Una prima parziale risposta si è avuta ieri dal coordinatore di Fi Antonio Tajani. Interpellato a «Un giorno da pecora», Tajani ha dato una risposta comprensibilmente interlocutoria: «Ne parleranno i leader e bisogna vedere cosa farà Fontana» ha detto, per poi aggiungere: «Noi preferiamo vincere. Se rimane Fontana lo sosterremo, al momento mi pare voglia rimanere». «E Moratti? Sarà il centrodestra unito a decidere le candidature alle prossime regionali, in Lombardia come nel Lazio».
«Normale dialettica», getta acqua sul fuoco il capogruppo Gianluca Comazzi: «Abbiamo sicuramente personalità importanti che hanno lavorato bene, l'importante è che si trovi una mediazione, i nostri leader lo faranno e sono sicuro che il centrodestra poi si presenterà con un candidato unico e una squadra forte».
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