L'assassino dell'orefice Giovanni Veronesi è stato preso. L'immagine della svolta è quella estrapolata dal fotogramma di una telecamera di via dell'Orso mostrata ieri in Procura dai magistrati ai famigliari della vittima, i figli Guglielmo e Antonella e la compagna Susanna. L'assassino appare di fianco, di spalle e con la testa un po' piegata. La qualità del frame è pessima, i tratti della persona appaiono molto sfuocati, a tratti indefiniti. E però i parenti dell'orefice 74enne ucciso giovedì mattina nel suo negozio-studio di Brera sono stati in grado d'individuare una somiglianza con uno dei tanti conoscenti e clienti del povero signor Gianni. I cui funerali verranno celebrati proprio oggi alle 14.45 in Brera, a due passi dal negozio della vittima, nella chiesa di Santa Maria del Carmine.
Chi conosce i vari aspetti della vicenda a fondo, a palazzo di giustizia, ieri è stato da subito pronto a giurare che c'era un mandato di cattura pronto per una persona ben precisa, un uomo con un nome e un cognome. È stato lui giovedì mattina, in un arco di tempo che va dalle 10.30 (orario di apertura del negozio) alle 13 (quando la figlia, dopo aver chiamato inutilmente più volte il padre al telefono, è andata nel suo negozio e l'ha trovato morente) a utilizzare una statuetta-scultura che Veronesi teneva sulla sua scrivania in legno e vetro per colpirlo alla testa cinque volte con una violenza inaudita. Uno dei colpi è stato infatti mortale.
I carabinieri del nucleo investigativo sospettano immediatamente che questo assassino avesse un gran bisogno di denaro e pensasse di poterlo ottenere in qualche modo dall'orefice. I due si conoscevano di sicuro: Veronesi, commerciante di lungo corso e piuttosto cauto con gli estranei al punto da non aprire a facce poco raccomandabili, ha fatto entrare in negozio l'uomo che poco dopo gli avrebbe il suo assassino probabilmente senza nemmeno sospettare che potesse nascere con lui un litigio. Invece il diverbio da verbale è diventato fisico fino a sfociare in un vero e proprio assassinio. L'omicida ha quindi arraffato qualche monile d'epoca, preziosi degli anni Venti e Trenta per signore chiusi custoditi dentro a piccole vetrine, nella cui vendita la vittima era specializzato da oltre trent'anni.
Fino a ieri mancavano le prove per inchiodare definitivamente e senza scampo l'autore del delitto alle proprie responsabilità. E invece sono arrivate: l'uomo è stato preso, portato in caserma e sottoposto a un fuoco di fila, dinnanzi a elementi così incontrovertibili da farlo crollare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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