Gori: "Ancora troppi non vaccinati"

Il virologo del Policlinico: "Non immunizzati 700mila lombardi. Molto pericoloso"

Gori: "Ancora troppi non vaccinati"

«I contagi sono in aumento, come ci aspettavamo e soprattutto siamo circondati da una recrudescenza dell'epidemia nel resto del mondo: l'Austria è in lockdown, in Russia si contano mille morti al giorno, in Uk 37mila nuovi casi. Quello che osserviamo è che lo scenario epidemiologico mondiale è cambiato in modo inaspettata - lancia l'allarme Andrea Gori, direttore delle Malattia infettive al Policlinico-. Certo, la Lombardia è la prima regione al mondo per tasso di copertura vaccinale e questo ci protegge dall'ondata di contagi che arriva dall'estero, ma non basta». Per il virologo «con la ripresa della scuola, del lavoro in presenza, dell'abbassarsi delle temperature e il conseguente spostamento della vita sociale nei luoghi chiusi, sono aumentate le occasioni di contagio e c'era sicuramente da aspettarsi un aumento dei casi. Il problema ora sono i 700mila lombardi non vaccinati che fanno aumentare la circolazione del virus». A questi va aggiunta quella fetta della popolazione che non si può ancora immunizzare, ovvero i bambini dagli 0 ai 12 anni, che diventano così ulteriore veicolo di trasmissione del Covid. «Non bisogna abbassare la guardia - ammonisce Gori-: usare le misure di protezione individuale e sottoporsi a vaccinazione: bisogna capire che la terza dose non è aggiuntiva, ma parte integrante del ciclo vaccinale e quindi va fatta».

Il responsabile delle Malattie infettive del Grande ospedale metropolitano di Niguarda, Massimo Puoti aspetta metà novembre per avere la cartina di tornasole della situazione epidemiologica in Lombardia. A fronte dei dati attuali che misurano l'incidenza della positività di 33 abitanti su 100mila e di un tasso di occupazione dell'area medica del 5 per cento e delle terapie intensive del 3 per cento. «Il 15 ottobre abbiamo avuto il riscontro della riapertura delle scuole, che non ha avuto grande impatto in termini di contagi. Con la ripresa in presenza dell'attività lavorativa e l'abbassamento delle temperature il 15 novembre rappresenta un secondo banco di prova per capire la diffusione del contagio: ci aspettavamo un aumento dei positivi (dovuto anche a un aumento dei tamponi per l'obbligo del Green pass) e prevediamo un ulteriore incremento, ma la situazione non è allarmante». Altro elemento rilevante è il numero delle ospedalizzazioni «che al momento è piuttosto basso: a Niguarda, hub per le malattie infettive, sono ricoverati 7 pazienti su 29 letti. La buona notizia - continua Puoti - è che gli ospedali hanno ripreso l'attività ordinaria e stanno recuperando le prestazioni arretrate. Del Covid si occupano i reparti di Infettivologia secondo la logica dell'hub e spoke». Ciò che preoccupa è la «resistenza alla vaccinazione che abbiamo registrato anche tra gli immunocompromessi per la terza dose, vedremo ora come va per gli over 60».

Per Roberto Fumagalli, direttore della Rianimazione di Niguarda «al momento sono 46 i ricoverati nelle terapie intensive di tutta la Lombardia contro i 142 dello scorso ottobre (579 i ricoverati in area medica contro i 3274 di un anno fa). Noi abbiamo 6 letti occupati su 8. Al momento sono attivi solo 8 ospedali per i ricoveri Covid, mentre gli altri soddisfano le esigenze di salute della popolazione e questo è un dato positivo.

Quello che vedo dal mio osservatorio di Niguarda è una situazione stabile per i ricoveri, anche se stanno aumentando quelli in area medica: tra quindici giorni potremo valutare l'impatto di questo aumento anche sulle rianimazioni».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica