Incontro a porte chiuse per definire il futuro della città della salute. Ieri il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha incontrato i proprietari dei terreni delle ex acciaierie Falck di Sesto San Giovanni. Nessuna dichiarazione ufficiale dopo la riunione interlocutoria, se non un appello affidato a Twitter: «Al lavoro per risolvere i problemi dei cittadini - ha cinguettato il governatore lombardo -. Analisi del caso Città della salute e ricerca: spendere bene i soldi pubblici».
L'intenzione è non perdere né tempo, né ulteriori soldi, oltre a quelli spesi per il primo progetto (poi naufragato) sui terreni dell'ospedale Sacco. Maroni ha parlato per quasi due ore con i proprietari dell'area di Sesto per fare il punto sulla situazione dei terreni, dopo le indiscrezioni di stampa secondo cui la Sesto Immobiliare vorrebbe annullare il contratto di vendita. Bocche cucite sull'esito dell'incontro anche da parte della delegazione della Sesto Immobiliare, rappresentata dall'amministratore delegato Davide Bizzi, che si è limitato a definire il vertice con il governatore lombardo «positivo».
«Voglio garanzie che non ci siano scherzi, non ci siano rischi - aggiunge il presidente Roberto Maroni - Abbiamo valutato le questioni in campo, la proprietà si è impegnata a fare alcune cose entro la fine di giugno. Questo per sgombrare il campo da equivoci e da rischi che non voglio correre».
Per prendere una decisione si aspetta l'esito della valutazione sui terreni dove, da mesi, è in corso la bonifica. Ma sembra che il progetto della cittadella a Sesto si possa arenare non solo per problemi ambientali. In parecchi sperano di correggere l'accordo chiuso in era formigoniana e di riportare il polo sanitario (Istituto dei tumori e neurologico Besta) su territorio milanese.
E poi c'è chi tira fuori dal cassetto vecchi progetti ormai accantonati.
Tra questi il consigliere comunale socialista Roberto Biscardini che non ha mai tifato né per Sesto né per la caserma Perrucchetti (finita allo spareggio con le ex aree Falck per ospitare il polo): «Spero che il Besta possa trovare sede nel perimetro della grande azienda ospedaliera di Niguarda. L'istituto Tumori invece può stare in piazza Gorini, dov'è. Eventualmente trovando, se è necessario, aree di espansione al suo interno, nelle aree del Besta comprese. Ma il problema è sanitario e non immobiliare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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