Lockdown solo mirati per poter festeggiare un "bianco" Natale

Dal commercio al turismo si temono divieti. Fontana: "No a restrizioni per i vaccinati"

Lockdown solo mirati per poter festeggiare un "bianco" Natale

Il pensiero del Natale in giallo inizia a preoccupare governatori, commercianti, operatori del turismo e cittadini. La prospettiva che anche la Lombardia, come ha vagheggiato il coordinatore della campagna vaccinale Guido Bertolaso possa finire in giallo in prossimità del Natale - «Possibili lockdown nei prossimi mesi non li vedo, potrebbe accadere a un certo punto di arrivare a ridosso della zona gialla» - inizia ad agitare anche i vertici della Regione con il presidente Attilio Fontana che si è unito al fronte dei governatori alla ricerca di vie di uscita per mettere in salvo l'economia locale appena ripartita. Dopo il governatore della Liguria Giovanni Toti e quello del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga che hanno annunciato la richiesta al governo di restrizioni solo per chi ha scelto di non vaccinarsi, anche Fontana ha detto di non poter «pensare a restrizioni per quei cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune». Tradotto: «Va valorizzato l'atteggiamento degli oltre 8 milioni di lombardi che hanno con convinzione e senso di responsabilità aderito alla vaccinazione. Certo dobbiamo convincere i cittadini a completare il ciclo vaccinale con la terza dose».

Così se il presidente della Commissione lombarda Attività produttive Gianmarco Senna pone il tema della «costituzionalità di un provvedimento del genere», il segretario generale di ConfCommercio Milano Marco Barbieri preferirebbe spingere sull'obbligo vaccinale: «Non mi piace la parola lockdown, piuttosto a questo punto spingerei per l'introduzione dell'obbligo vaccinale. Un modo - dice - per risolvere il problema alla radice. Come si fa a controllare per strada chi è vaccinato e chi no? Quello che è certo - tuona Barbieri - è che le imprese non possono permettersi di tornare a una situazione restrittiva, tenendo conto che dicembre è il mese più importante dell'anno per il commercio, che sta cercando di risollevasi». Per Lino Stoppani presidente di Epam, l'associazione dei pubblici esercizi, il dramma sarebbe «far condividere le scelte individuali di chi non si è vaccinato alla comunità». In sostanza è giusto introdurre un lockdown mirato: non vede nemmeno particolari difficoltà nelle modalità di realizzazione di un provvedimento del genere.

Maurizio Naro, presidente di Federalberghi Milano sottolinea il danno che l'annuncio di un'eventuale zona gialla dato con così largo anticipo può avere per il turismo: «A Milano e nelle città d'arte il settore non è ripartito. Abbiamo solo turismo interno e la cosa che ci preoccupa maggiormente è la situazione dei paesi europei con il rischio che l'Italia metta delle restrizioni per chi arriva dall'estero. Già adesso il flusso delle prenotazioni è molto basso, si parla di 12 stanze prenotate su 100 quando nel 2019 erano 26, il tutto sulla carta, viste le politiche di cancellazione sempre più flessibili. Spero che non si arrivi al lockdown ma se dovesse accadere non credo che sia pensabile colpire i vaccinati che con il proprio senso di responsabilità hanno permesso all'Italia di riprendersi e ripartire».

Per Matteo Forte, direttore del Teatro Nazionale: «al momento il pubblico mostra di apprezzare le severissime misure di precauzione adottate, come l'obbligo del green pass e l'utilizzo della mascherina, per potere accedere agli spettacoli in sicurezza.

Se ci sarà un lockdown? Credo - risponde Forte- che si dovrebbe adottare il modello austriaco, una scelta sicuramente forte, che ha già dato i suoi frutti: è giusto che chi non si vuole vaccinare venga escluso anche dalla vita sociale».

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