La Lombardia "scalpita". Centrodestra in piazza martedì anche a Milano

Manifestazione gemella di quella romana Vertice fra Salvini e Fontana sulla "fase 3"

La Lombardia "scalpita". Centrodestra in piazza martedì anche a Milano

La Lombardia non vuole farsi fermare ingiustamente. Non vuole misure punitive e scenderà in piazza il 2 giugno per far manifestare la sua voglia di fare, il suo malcontento, e per far sentire la sua voce fino a Roma.

L'impressione, ormai da giorni, è che un pezzo della maggioranza che sostiene il premier Giuseppe Conte, e alcuni settori della sua stessa compagine, intendano tenere sotto pressione una Regione considerata poco malleabile, e impermeabile alle logiche stataliste. Ecco la reazione. In concomitanza con la manifestazione nazionale organizzata da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, le principali forze politiche del centrodestra lombardo, insieme al governatore lombardo Attilio Fontana e ai suoi assessori, scenderanno alle 11 in piazza del Duomo. Sarà una manifestazione aperta a tutti ma disciplinata rigorosamente: è prevista la misurazione della febbre ai varchi d'ingresso, oltre ovviamente al rispetto del distanziamento e all'obbligo di mascherine per tutti, in modo tale da garantire la massima sicurezza dei manifestanti. Sarà, comunque, un modo per far sentire al Governo il malcontento dei lombardi e per portare in piazza al loro voce, facendola arrivare fino a Palazzo Chigi.

«Non ci saranno bandiere di partito - si fa sapere - ma solo il tricolore per celebrare la giornata di festa. Saranno manifestazioni di persone che chiedono attenzione e risorse per far ripartire le loro attività, per rilanciare il motore della locomotiva della Lombardia». »Saremo in piazza con imprenditori, commercianti, artigiani, agricoltori e chiunque voglia esserci e farsi sentire» spiegano i segretari regionali Lombardi delle forze di centrodestra.

Quando l'emergenza lo richiedeva, a marzo, era stata la Lombardia a spingere sul governo affinché uscisse dall'incertezza decretando le misure restrittive. Erano, quelli, i giorni peggiori della crisi epidemica, e sotto la spinta di Palazzo Lombardia il presidente del Consiglio dei ministri arrivò ai provvedimenti necessari: prima l'8 marzo e poi il 22, con un decreto che ricalcava l'ordinanza firmata il giorno precedente dal governatore Attilio Fontana. Ora le condizioni sono molto mutate, i dati stessi attestano - giorno dopo giorno - un miglioramento delle condizioni epidemiologiche, e questo è stato confermato anche ieri, oltre che nella settimana scorsa.

Della ripartenza, e della fase 2, si è parlato ieri anche in un incontro tra Fontana, gli eletti leghisti e il leader del Carroccio Matteo Salvini. Toni assolutamente sereni - filtra dai partecipanti - e nessun accenno all'eventualità di «rimpasti vari». «L'obiettivo è lanciare il modello Lombardia per la ripartenza».

Significa che si punterà a meno burocrazia, aiuti concreti per mondo produttivo e lavoro, con il «modello Genova» come esempio di ricostruzione e ripartenza rapida ed efficiente grazie a norme speciali. «La Lombardia si prepara per essere protagonista della fase 2 e della fase 3 con un nuovo modello lombardo»

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