"L'urbanistica liberale fa bene a imprese e città"

Territorio, l'assessore spiega la ricetta regionale «La rigenerazione urbana taglia vincoli e tasse»

"L'urbanistica liberale fa bene a imprese e città"

Assessore Pietro Foroni, che impatto avrà la legge sulla rigenerazione urbana appena votata in commissione?

«Un impatto choc. Questa legge taglia le tasse e la burocrazia. Lo fa davvero, per facilitare il recupero edilizio e non solo delle aree degradate, le misure riguardano tutto il patrimonio».

I contenuti?

«Si tagliano le tasse, si dimezzano gli oneri di urbanizzazione, si introducono bonus volumetrici legati alla qualità e alla tipologia degli interventi. Si introduce il principio della indifferenza funzionale. Inoltre sono previste misure per il recupero delle cascine e si interviene sui costi di bonifica. E queste facilitazioni ovviamente non riguardano solo i costruttori, ma anche i privati».

Quali sono gli obiettivi della Regione sul tema?

«L'obiettivo è la lotta al consumo di suolo e il recupero dell'esistente. Con la legge, recuperare l'esistente diventerà più vantaggioso che costruire ex novo. Ma l'impostazione è liberale, lo spirito della legge è chiaramente liberale, introduciamo misure che vogliono facilitare il recupero e questo ha una grande importanza anche sociale, non dimentichiamoci che il degrado urbano crea anche insicurezza e qui si stabiliscono invece misure che invece sostengono il decoro e quindi l'ordine. Noi, e qui parlo anche come esponente del mio partito, la Lega, siamo convinti del fatto che il nostro Paese possa ripartire con meno tasse e meno burocrazia e la legge coglie in pieno questo spirito. Poi sugli oneri occorre anche cambiare».

Cioè?

«Occorre smetterla di ragionare nell'ottica degli oneri di urbanizzazione usati per sistemare i bilanci comunali, perché è questo che è accaduto: per sopperire ai tagli alle autonomie locali i Comuni hanno puntato sugli oneri e si sono fatti disastri».

Sarà l'intervento più importante? Ce ne saranno altri?

«Questo provvedimento era un impegno assunto fin dal programma elettorale. Poi mi sono impegnato ad arrivare a questa legge entro il 2020. Ma non sarà l'unico passo, ci saranno vari step. Intanto un piano paesistico, che parte dal presupposto che abbiamo 900 vincoli, che la legislazione nazionale non sempre chiarisce bene. Altro impegno che assumiamo è la revisione della legge urbanistica, quella vigente è un'ottima legge ma è vecchia, risale a 14 anni fa. È stata votata nel 2005 anche se fra i vari adempimenti è entrata in vigore nel 2010-2011».

In che direzione si andrà?

«Servirà una nuova legge coerente con questo obiettivo dello snellimento. Ma intanto si può dire che questa legge sulla rigenerazione urbana è un passo fondamentale anche perché nasce pienamente operativa, lo sarà subito dopo l'approvazione in Consiglio regionale. Ci saranno dei passaggi in ossequio alle autonomie locali, ma se i Comuni non interverranno si inverte la prospettiva, varrà una sorta di silenzio-assenso e anche in assenza di certi adempimenti tutte le misure saranno già pienamente operative. Non è una legge manifesto insomma».

Come è stata accolta?

«Io prima sono andato in commissione e ho presentato le linee-guida, annunciando la mia disponibilità a incontrare tutti i gruppi. Ho incontrato la Lega, Forza Italia, il Pd, i 5 Stelle. A tutti ho detto: i contributi buoni saranno accolti.

Inoltre abbiamo ovviamente incontrato le varie categorie, i costruttori, i professionisti, tutte le associazioni. La legge non nasce dal Palazzo. È veramente innovativa. Io sfido a trovare nel panorama nazionale un provvedimento che taglia così tasse e burocrazia».

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