Maledizione Case bianche tra degrado e abusivismo

La svolta, attesa con la visita del Papa nel 2017, non è arrivata. E i lavori sono in estremo ritardo

Maledizione Case bianche tra degrado e abusivismo

«Io esco di casa la prima volta alle 5 del mattino, poi di nuovo alle 2 e alle 6 del pomeriggio. Per tornare a casa mi devo fare 8 piani a piedi. Non ce la faccio. Il nuovo ascensore è pronto, e funzionante ma non lo possiamo usare. Era stato detto un mese, è passato e noi siamo ancora qui a fare le scale a piedi». Benvenuti in via Salomone, estrema periferia a sud est della città «benedetta» dalla visita di Papa Francesco nel 2017. Le Case Bianche, i casermoni Aler di 9 piani per 20 scale, dietro via Mecenate, sono «impacchettate» dal novembre 2019 per i lavori di riqualificazione, che vanno però a rilento. I circa 1000 inquilini, per 450 nuclei famigliari, hanno trascorso il lock down chiusi dentro gli alloggi fatiscenti e ancora oggi sono sigillati dai ponteggi. Preso dall'esasperazione c'è chi ha tagliato la protezione delle impalcature per ricavare finestre di fortuna.

L'intervento avrebbe dovuto riguardare solo le facciate, ma il Covid ha bloccato tutto. Compresi gli inquilini. Nel frattempo Aler ha deciso di far rientrare gli interventi nel bonus del 110, prevedendo anche il cappotto, con una modifica in corso il progetto che ha ulteriormente complicato il cantiere. Dovrebbe essere quasi ultimato il rifacimento della copertura, così è stato messo a norma l'impianto elettrico. Peccato però che su 20 scale si sia intervenuti solo su 8, mentre la fine lavori è prevista per fine dicembre. Scadenza impossibile da rispettare.

Difficile da far digerire agli inquilini che non vedono la fine del cantiere, a partire dagli ascensori realizzati ma senza collaudo e quindi inagibili, e che porta con sè un enorme degrado. Come il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti abbandonati sulle scale e fuori dai portoni: divani, materassi, elettrodomestici. Non solo, nei cassonetti della spazzatura disposti nei cortili, vagabondi e disperati rovistano tra i rifiuti spargendoli in giro. Per questo gli abitanti hanno chiesto la recinzione del complesso, rimasta per il momento fuori dal budget.

Non solo degrado però. Il quartiere è afflitto dalla piaga dell'abusivismo: sono una cinquantina circa su 450 nuclei, quelli illegali. Una piaga che affligge in particolare nelle scale dove si trovano i monolocali. In parte il problema è migliorato con la chiusura del campo rom di via Bonfadini: alcune famiglie di inquilini regolari facevano da sponda a persone legate all'accampamento. Ora con gli interventi anche sugli impianti del gas all'interno degli alloggi, gli appartamenti verranno censiti e controllati al loro interno. La speranza di chi opera nel quartiere, delle associazioni e dello stesso Comitato inquilini è che venga ripristinata la legalità.

«Dopo le difficoltà iniziali, il cantiere è avviato e come Comitato stiamo collaborando attivamente per la miglior riuscita possibile del progetto - racconta Oscar Strano, referente del Comitato -. Non è semplice: la disillusione è profonda, la sfiducia anche.

Soprattutto ci chiediamo come e quando si risolveranno i tanti casi di occupazioni che ostacolano la riuscita della ristrutturazione. Quelli che si allacciano abusivamente a luce, gas, che non permettono agli operai di accedere agli alloggi. Sarebbe grave se non si riuscisse a completare i lavori per colpa dell'illegalità».

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