Giorgia Meloni si è fermata a Milano meno di due ore, è arrivata in treno intorno alle 10.30 ed è ripartita per Roma prima di mezzogiorno e mezzo, ma ha voluto dare plasticamente un segnale di sostegno a Luca Bernardo. Non aveva partecipato al lancio del candidato sindaco del centrodestra lo scorso 16 luglio al Palazzo delle Stelline, in polemica con Lega e Fi per l'esclusione di Fdi dal cda Rai. «Mi hanno chiesto tante volte in questi giorni dov'è l'onorevole Meloni, ora siamo qui insieme a Milano ed è un segnale bello e importante» sottolinea lo sfidante di Sala. Lui, la leader e il capolista di Fdi Vittorio Feltri prendono prima un bicchiere d'acqua al bar Alemagna, una chiacchierata per fare il punto. Poi arrivano insieme al gazebo allestito in piazza Duca d'Aosta, presenti tutti i colonnelli del partito, da Daniela Santanchè a Carlo Fidanza, Stefano Maullu, il capogruppo Andrea Mascaretti e i consiglieri Riccardo De Corato e Enrico Marcora che corrono per il bis. «Bernardo è assolutamente un candidato che può vincere e garantisco il sostegno convinto e incondizionato di Fdi - dichiara Meloni -. Mi sembra che lo dimostri anche il nervosismo con cui la sinistra sta facendo una campagna di mistificazioni e falsità contro di lui. Tantissimi milanesi gli hanno già affidato la cosa che amano di più nella vita, i propri figli e quando parla del sociale sta nella sua dimensione, lo sappiano noi e lo sanno gli avversari. La nostra sfida ora è far conoscere a più cittadini possibili questo professionista straordinario». Smonta lo storytelling su Sala, «ai banchetti la gente ci chiede discontinuità, nei salotti che governano anche una parte della stampa italiana si fanno discorsi sui risultati della giunta Sala ma non è quello che sentiamo nelle periferie». E la stazione Centrale «è un biglietto da visita ma è un territorio abbandonato, si vedono scene di degrado e insicurezza». Rilancia il progetto Strade Sicure voluto dall'allora ministro Ignazio La Russa e dal governo Berlusconi, «oggi vediamo pattuglie dei militari ma per colpa della sinistra qui e in tanti altri quartieri non ci sono le pattuglie di polizie e carabinieri a piedi con l'esercito, hanno voluto tagliare il servizio e noi lo ripristineremo per la sicurezza». L'iniziativa è sotto il sole delle 12, Bernardo che arriva dal turno in ospedale ha un lieve calo di pressione, si siede qualche minuto all'ombra. «Mi auguro che sia un evento passeggero e che possa affrontare le prossime settimane nel pieno delle energie» rincara il sindaco. Lo sfidante in realtà dopo un momento era in piedi ed è andato a visitare il carcere di San Vittore. «Non si è trattato di alcun malore come era evidente ai presenti. Sto benissimo, mi sono semplicemente seduto all'ombra pochi minuti, ho bevuto una bottiglietta d'acqua e proseguito regolarmente» risponde Bernardo. Da direttore della casa pediatrica del Fatebenefratelli che ha vissuto in prima linea l'emergenza Covid è «assolutamente a favore dell'obbligo di vaccino per i sanitari» e al green pass «ma non deve essere un peso a carico dei ristoratori». Meloni è «contro ogni obbligo per principio» e definisce il green pass «un obbligo mascherato e surreale. Quando ci saranno ulteriori chiusure chiederò al governo se aveva senso far pagare di nuovo le perdite ai ristoratori». In caso di vittoria apre all'ipotesi di una vice donna, «deciderò con i partiti, sarebbe molto bello anche se distinguo le persone per competenza ed esperienza». Sarà pronta a breve la lista civica, anticipa che «non ci saranno persone provenienti dai partiti ma della società civile».
Uno dei nomi è Manfredi Palmeri, ex Fi e Fli ma senza più partiti alle spalle, aveva sfidato Moratti e Pisapia nel 2016. Sembra escluso che la civica si presenti nei Municipi. Ieri infine il filosofo Stefano Zecchi ha visitato con Bernardo la sua pediatria.
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