Porta Venezia, una delle zone centrali di Milano, sarebbe la base operativa dei trafficanti che lucravano sui migranti. Ieri un blitz degli agenti del Servizio centrale operativo della polizia e della Squadra mobile di Palermo ha smantellato la cellula milanese.
Milano, base operativa dei trafficanti
Tre i bar presi come quartier generale, tutti in zona Lazzaretto. Uno in via Felice Casati, il Malibù, e due in via Lazzaro Palazzi, l’Hiwinet e l’Eritrea. Secondo quanto ricostruito, la cellula milanese aveva contatti con i trafficanti libanesi e si occupava della gestione dei migranti nel nostro paese e del loro successivo trasferimento nel Nord Europa, a volte anche in Messico e Costarica.
Mussie Ghermay, chiamato Musè, 42enne eritreo, era il principale broker su Milano. Oltre ad aver collaborato all’organizzazione dei viaggi, Musè avrebbe anche assicurato biglietti aerei e documenti falsi per il Nord Europa, ma soprattutto avrebbe gestito i pagamenti. Sposato, la moglie viveva in Svizzera da vedova e rifugiata, con cinque figli. I magistrati sospettano che l’uomo andasse spesso a trovare la sua famiglia. Se non altro per depositare alcuni guadagni in banche svizzere. Era particolarmente bravo nel trasferiomento di denaro illecito attraverso il metodo hawala, evitando passaggi materiali e affidandosi invece a intermediari e complici in giro per il mondo. Secondo quanto emerso, sembra che il 42enne parlasse direttamente con i migranti rinchiusi nei campi di prigionia libici. Musè dava l’ok alla liberazione e subito dopo si occupava del loro imbarco sulle carrette del mare. Ovviamente solo dopo aver ricevuto i soldi dalle loro famiglie. Una volta sbarcati in Italia si occupava della loro permanenza e del successivo trasferimento in vari paesi del Nord Europa.
La storia di Lia e Janet
Lia è sbarcata a fine novembre del 2017 a Catania. Circa una decina di giorni dopo la donna ha chiamato Musè per fargli sapere che si trovava a Roma e che voleva raggiungere la Germania. Il 42enne le ha quindi indicato di arrivare a Milano e di richiamarlo. Detto fatto, appena arrivata nel capoluogo lombardo, Lia riceve ulteriori indicazioni: compra un biglietto della metropolitana e scende alla fermata di Porta Venezia. Il 12 arriva il bonifico di 300 euro a favore di Ghirmay, attraverso la Western Union dalla Germania. Lo stesso giorno del bonifico la donna si trova in aeroporto pronta a salire a bordo di un aereo che la porterà in Germania. Lo stesso avviene per un’altra immigrata, Janet. Siamo nel 2018 e i soldi richiesti ammontano a 200 euro. Anche questa volta la meta finale è la Germania. Durante una perquisizione effettuata il 19 giugno del 2019 al Malibù, vengono sequestrati 30mila euro. Ma i soldi girano anche al bar Hiwinet, poco distante.
Insomma, Porta Venezia a Milano diventa la nuova centrale del circuito hawala. Madege Habte e Yoel Tesfamechale si occupano di gestirlo. Coinvolti nelle indagini anche Glauco 2 e Tessa, il negozio sito in via Palazzi 8, considerato uno dei quartier generali della banda. Lo stesso dicasi per il bar Eritrea sull’altro lato della strada, gestito da Binyam Tesfagabr e da Abas Idris, entrambi destinatari del provvedimento restrittivo. I due e Ghirmay potevano contare su una rete europea per il trasferimento di denaro illecito.
Tutti avevano un ruolo ben definito
Tutti i soggetti coinvolti avevano un proprio ruolo nell’associazione a delinquere. Tra loro anche il 39enne Idris, originario del Sudan, che riusciva a far arrivare in Italia i migranti a bordo degli aerei, e non tramite i barconi. Musie Andemickael, il capo, offriva invece l’alloggio e si occupava di coordinare il sistema dell’assegnazione di nuove identità agli stranieri e poi il loro trasferimento in altri paesi. “Il gruppo criminale operava come una vera e propria società di servizi, svolgendo una funzione assimilabile a quella di un’agenzia che offre un servizio di viaggi completo”.
Veniva così a crearsi un rapporto commerciale tra il migrante che chiede il servizio illegale e il criminale, naturalmente che offre i propri servigi dietro compenso elargito dai familiari residenti all’estero.Segui già la pagina di Milano de ilGiornale.it?
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