La partita delle Regionali era già abbastanza complicata per conto suo. E rischia di complicarsi ancor di più ora dopo il fuori programma (o il «fuori pista») di ieri mattina, col giallo sulla nomina di Letizia Moratti alle Olimpiadi, notizia prima data per certa, poi smentita un po' da tutti (dalla diretta interessata, dal sindaco e anche dal governo).
Per ora, di certo c'è questo: i giochi non sono fatti. Né i «giochi» sulla scelta del nuovo amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina - riaperti dopo la nomina a ministro dello Sport di Andrea Abodi, fino a tre giorni fa considerato favorito come manager dell'evento - né sono fatti i giochi sulla candidatura a governatore per il centrodestra alle elezioni del 2023, questione che da mesi vede la stessa Moratti contrapposta al governatore uscente Attilio Fontana.
Che i due «giochi» siano collegati è evidente, visto che una designazione governativa di Moratti a Milano-Cortina avrebbe risolto alla radice il dualismo per la «nomination» regionale. Non a caso, il sindaco, Beppe Sala su questo ha voluto «marciare». Irritato dalla consapevolezza che certe intese passino sopra la sua testa, facendo leva sul ruolo che le norme gli assegnano (il Comune deve essere sentito, come gli altri enti territoriali) Sala ha pensato bene di buttarla in politica, mettendo i suoi paletti: «Non può essere fatta una scelta così delicata - ha detto - per risolvere i problemi del centrodestra in Lombardia». In realtà, la scelta di Moratti sarebbe anche naturale, visto il curriculum di alto livello della ex sindaco (ed ex ministro, ed ex presidente Rai).
Ora la «tela» di questa nomina, intessuta fino a questo punto, è stata anche scucita, e tutto dovrà ripartire daccapo. Dovrà ripartire, intanto, il percorso per individuare l'amministratore delegato dei Giochi, e dovrà concludersi in fretta perché il giorno della inaugurazione si avvicina velocemente e non si può rischiare di fare una figuraccia.
Proprio Abodi, fresco di nomina, ieri sera ha condotto una riunione telefonica con i membri della fondazione (fra cui figurano i governatori di Veneto e Lombardia, oltre al sindaco di Milano). Ha voluto dare «un segnale di attenzione» per le Olimpiadi invernali e qualcuno ha precisato che nel vertice non si sarebbe parlato della nomina di Moratti. Sul nome tuttavia non ci sarebbe «la convergenza di tutte le componenti».
Resta intanto irrisolto il nodo della candidatura a presidente della Regione. Moratti resta in campo e l'impressione è che l'ipotesi vada oltre il centrodestra, tant'è vero che restano in campo anche i veti e gli «aut aut». Nel Pd, l'eurodeputato Pierfrancesco Majorino continua a fare le barricate contro questa possibilità, segno che altri la stanno coltivando. Per Majorino, le «notizie sul destino di Letizia Moratti» sono «un micidiale gioco di potere che scavalca completamente e gravemente il potere e la funzione attribuita al sindaco», «uno spettacolo indecente - dice addirittura - legato alla paura della Lega di vederla candidata alla presidenza». «Di fronte a ciò» - per Majorino - la sinistra senza «perdere altro tempo» «deve fare una sola cosa: individuare nel più breve tempo possibile il candidato delle forze democratiche e progressiste e qualora non vi fosse un nome unitario provvedere a indire le primarie».
Intanto il Terzo polo, che invece una candidatura centrista la vorrebbe eccome, chiede chiarezza. «In Lombardia ci sono tante opzioni - spiega Carlo Calenda - c'è un'opzione Albertini; la Moratti io non ho capito se si vuole candidare per la destra o la sinistra indipendentemente, e questo è un po' di differenza la fa; c'è l'opzione Cottarelli».
Ma per il leader di Azione ci sono anche altre «personalità di grandissimo valore, penso al rettore del Politecnico», «una delle figure più straordinarie che l'Italia abbia». «Decideremo insieme - ha conclude Calenda - Certo bisogna che uno si parli, perché io Enrico Letta l'ho cercato su 28 cose, ma non risponde».
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