La Milano aperta 24 ore su 24, frutto delle liberalizzazioni del governo Monti, trova già parecchi ostacoli sulla sua strada. Non solo perché agevolerebbe la grande distribuzione a scapito del piccolo commercio di quartiere ma anche e soprattutto per la sicurezza che soprattutto nelle ore serali preoccupa gli esercenti milanesi. Prendendo l'area della Stazione Centrale, una zona senza limitazioni di orario a differenza di quelle della movida secondo le linee guida di Palazzo Marino, ci si imbatte in commercianti non particolarmente ostili all'apertura notturna ma preoccupati per il degrado e l'insicurezza del quartiere.
«Qui la movida c'è eccome spiega Salvatore, edicolante di viale Lunigiana -. La fanno gli immigrati ubriachi che si prendono a bottigliate o utilizzano come vespasiano i giardinetti dietro il mio chiosco. Alle 4.30 del mattino le pattuglie della polizia circolano ma non abbastanza da spaventare i balordi». Spostandosi di qualche centinaio di metri, in via Ponte Seveso, i commenti non sono diversi. «Se ci mettono la guardia del corpo che ci scorta all'auto - spiega Andreina, titolare di un negozio di articoli sportivi - non sarei contraria al prolungamento degli orari. Ma in negozio mi hanno derubato della borsa di giorno, non voglio immaginare cosa succederebbe di sera o di notte». Anche Liu, titolare cinese del bar «Il Gatto e La Volpe», è perplesso. Lui ha le saracinesche a pochi passi dal commissariato ma è convinto che «non si possa stare sereni al 100%».
E anche il Comune di Milano è cosciente che senza garantire sicurezza qualsiasi progetto di tenere aperti i negozi di notte diventano un boomerang. Mercoledì prossimo sia l'assessore al Commercio D'Alfonso sia quello alla Sicurezza Granelli si confronteranno con le commissioni consiliari e potrebbero essere già presenti le associazioni dei commercianti. «Milano è la città più a rischio d'Italia - spiega Riccardo De Corato di FdI - come registrato dal Viminale e mi pare grave che non ci siano controlli preventivi, né dalle forze dell'ordine né dalla polizia locale. I commenti dei commercianti non sorprendono».
Altri sollevano il problema dei tributi locali sul commercio. Salvo, titolare della tabaccheria di viale Sondrio, ricorda l'esempio francese di sostegno al commercio di quartiere: «Bisognerebbe iniziare a ridurre le tasse locali per rilanciare i negozi, pago il 75% di tasse e il rimanente dell'incasso mi è sufficiente per vivere».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.