Telecamere all'ingresso, per controllare i veicoli in entrata e in uscita, sgombero delle aree occupate abusivamente, l'aumento dell'illuminazione e la rimozione dei rifiuti. È quanto prevedeva, secondo quanto riporta Libero, il progetto per il campo nomadi regolare di via Bonfadini, alla periferia est di Milano. Non solo. Infatti, nel piano erano stati inseriti sussidi sanitati, scolatizzazione dei minori, per favorire "successo scolastico e piena istruzione" e il "supporto nella ricerca attiva del lavoro con azioni di orientamento, attivazione di borse lavoro e tirocini".
Il piano era stato avviato per cercare di far fronte alla situazione dei campi nomadi, sia abusivi che regolari, dove spesso la morosità è alta. Come aveva raccontato anche il Giornale, infatti, il consigliere comunale ed europarlamentare della Lega, Silvia Sardone, aveva denunciato: "Dal 2016 a oggi nel campo rom di via Bonfadini la morosità delle famiglie insolventi ammonta a oltre 31mila euro; nello stesso periodo, nel campo rom di via Negrotto, si è registrata una morosità di poco inferiore ai 30mila euro". Inoltre, nell'insediamento di via Chiesa Rossa, "solo una famiglia su 47 è in regola con i pagamenti".
E ora, nonostante il piano, la situazione non sembra essere migliorata, anche se gli sforzi per permettere ai minori di frequentare la scuola sarebbero serviti. Non si può dire la stessa cosa di quelli per far lavorare gli adulti. A denunciare la situazione è, ancora una volta, Silvia Sardone, che ha presentato un'interrogazione comunale, scoprendo che solamente due rom lavorano regolarmente, mentre non è stata assegnata nessuna borsa di lavoro e nessun tirocinio. "L'ennesimo fallimento dell'integrazione tanto sbandierata dalla sinistra che nei fatti si dimostra sempre più irraggiungibile", commenta il consigliere comunale. Basandosi sui numeri, continua la Sardone, "pare innegabile che i rom non abbiano nessuna voglia di integrarsi col lavoro e che preferiscano vivere di espedienti". Il campo in via Bonfadini, più volte visitato dalla consigliera versa in condizioni problematiche: "Ho trovato carcasse di auto smembrate e incendiate nella strada d'accesso, mentre all'interno c'è un vero e proprio angolo sfasciacarrozze dove vengono custodite alcuni pezzi di ricambio della auto. I traffici illegali sono evidenti, ma la sinistra anziché chiudere il campo propone addirittura dei tirocini a persone che non hanno la benché minima voglia di guadagnarsi da vivere onestamente".
Nella stessa interrogazione sono anche stati resi noti i dati sui minori che frequentano la scuola: su 43 minorenni presenti nel campo, 20 sono in età di obbligo scolastico e 19 frequentano la scuola, 9 alle elementari e 10 alle medie, pari rispettivamente all'83 e al 62%. La situazione, in ambito formativo, risulta quindi migliorata.
I risultati, in ogni caso, non sarebbero postitivi, soprattutto se si tiene conto delle cifre stanziate dal Comune.
Secondo i dati riportati da Libero, dall'aprile del 2017 al giugno 2019, l'amministrazione avrebbe speso 463mila euro, per mettere a punto il piano di integrazione scolastica, sociale e lavorativa. A questi andrebbero aggiunti gli 1,2 milioni di finanziamenti statali, stanziati tra il 2013 e il 2016.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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