"Per noi vittime del rogo dal sindaco Sala arriva solo un po' di elemosina"

Il portavoce dei residenti minaccia una protesta sotto il Comune. "Aiuti? Una marchetta elettorale"

"Per noi vittime del rogo dal sindaco Sala arriva solo un po' di elemosina"

Sono passate tre settimane dal terribile rogo che ha tramutato la Torre dei Moro in un tizzone di 60 metri. Interi appartamenti ridotti a cenere, ottanta famiglie senza una casa. Mirko Berti viveva nel grattacielo. Al sedicesimo piano, uno più in alto di quello dove si è acceso l'inferno. Ora è il portavoce degli inquilini, segue le pratiche e gli incontri con il Comune, l'ultimo giovedì sera. «Partiamo dal fatto che il sindaco non si è presentato. E poi ciò che ci è stato proposto non va incontro alle nostre esigenze. La nota diffusa dal Comune è una marchetta elettorale: sembrava che arrivasse un elicottero a far piovere quattrini».

Gli indennizzi sono insufficienti?

«Dei 1.500 euro previsti per gli hotel, il Comune garantisce solo quelli per i giorni effettivi passati in albergo, tra l'altro dietro fattura. Perciò alla fine anticipiamo noi. E chi ha trovato alloggio da amici o parenti non riceve nulla. Poi ci sono i 500 euro una tantum per le spese di prima necessità. L'altro contributo, quello mensile, va solo ai proprietari e prevede dei limiti di reddito: se si superano i 40mila euro, viene dimezzato. E se non si hanno figli, l'indennizzo è garantito per tre mesi, invece che per cinque. Sono cifre quasi simboliche. Parliamo del nulla, imbellettato per la campagna elettorale».

Il Comune ha messo a disposizione alcuni appartamenti.

«Una settimana fa ci hanno portato a vedere alcune soluzioni abitative. Quella più significativa è vicina alla Torre, ma sarà disponibile a febbraio: in pratica, siamo andati a ritirare delle brochure. Tra l'altro, per poter entrare in queste case ci sono dei vincoli legati al reddito. Per alcuni, è previsto un tetto massimo di 16mila euro. Il Comune ci ha detto che non può intervenire, perché i vincoli sono di competenza regionale, mentre venerdì mattina il governatore Fontana ci ha spiegato che non è così. Abbiamo discusso del nulla per una settimana. In altri casi, dobbiamo essere noi a contrattare con i sindacati degli inquilini. Siamo esterrefatti. Purtroppo la nostra situazione non è percepita come un'emergenza».

L'assessore Maran ha scritto che «il sistema pubblico è poco tarato per aiutare famiglie di classe media in difficoltà».

«Non avremmo mai pensato di sentirci dire cose simili. E il sindaco non si è mostrato tanto meglio. Nel primo incontro col Comune, la nostra delegazione comprendeva una mamma. Il sindaco ha dimostrato completo distacco, non le ha detto né chiesto nulla. Abbiamo avuto solidarietà umana totale dalla dottoressa Letizia Moratti. La giunta comunale, invece, con la scusa che è in scadenza, se ne lava le mani».

Com'è l'umore degli inquilini?

«Pessimo, stiamo pensando di organizzare una protesta ufficiale davanti a Palazzo Marino. E la faremo, se le cose andranno avanti così. Ci sentiamo abbandonati. Hanno pure preteso dalle mamme i 680 euro per le mense scolastiche. Abbiamo chiesto di stralciarli, ma non ci hanno ascoltato. Stiamo parlando di sei mamme, un totale di 4.200 euro. Ma visto quello che è successo con i documenti...».

Cioè?

«Ci hanno fatto pagare pure le

carte d'identità, con la scusa che quei soldi il Comune non può spenderli perché i documenti sono responsabilità dello Stato. Per riavere la mia identità ho dovuto pagare 22 euro. Dov'è l'aiuto alle persone? Io non lo vedo».

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