Sala vuole riaprire le scuole Ma serve il 20% di aule in più

Il sindaco chiede alla politica un gesto di coraggio come Macron. Ma mancano gli spazi di sicurezza

Sala vuole riaprire le scuole Ma serve il 20% di aule in più

La scuola «dev'essere in presenza» e ripartire prima del 22 settembre, secondo il sindaco Beppe Sala intervenuto all'assemblea della rete delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo alla Triennale. Il primo cittadino ha esortato la «politica ad ascoltare i tecnici e poi ad avere coraggio». «Può piacere o no, ma Macron del coraggio l'ha avuto, riportando i ragazzi fino a 15 anni in classe», ha osservato Sala. «Va fatta chiarezza - ha aggiunto - su un punto: penso che sia allucinante pensare che si rischi di cominciare con le scuole dopo le elezioni regionali, magari il 22 settembre. Mi sembra profondamente sbagliato». Il sindaco ha poi aggiunto che «va fatto un appello a chi gestisce la scuola per essere più flessibile», ad esempio utilizzando spazi esterni. Solo due giorni fa l'assessore all'Edilizia scolastica Paolo Limonta ha fatto un primo bilancio dei sopralluoghi che sta facendo in tutte le scuole primarie della città per trovare spazi extra richiesti dalla linee guida ministeriali sul distanziamento ha evidenziato una carenza pari al 20 per cento. «Una soluzione bisognerà trovarla - ha commentato il sindaco - anche perchè i ragazzi e i bambini vanno riportati a scuola e questo è un punto di partenza molto fermo».

Oggi si concluderanno gli incontri con i presidi per fare il punto della situazione, ma già adesso l'assessore spiega che «nell'ipotesi di dimezzamento dei bambini per classe, dalle prime verifiche è emersa la necessità di avere almeno un 20 per cento in più di spazi, esterni agli edifici scolastici. E questo contando già in parte sull'utilizzo di altre aule nelle scuole o di laboratori, che non devono essere totalmente sacrificati perché fanno parte dell'importante percorso di crescita degli alunni».

Ieri alle 18 presidio in piazza Scala del Comitato «Priorità alla scuola» cui aderiscono il collettivo femminista Non Una Di Meno, ActionAid, Cobas, Libera Università delle donne, Coordinamento Nazionale Precari Scuola, Unione degli Studenti, Coordinamento Collettivi Studenteschi, con insegnanti e genitori per evidenziare come «la comunità scolastica abbia bisogno di ripartire in presenza». Tra le richieste risorse straordinarie, personale docente e Ata adeguato alle nuove esigenze, assunzione dei precari dalle graduatorie provinciali, investimenti strutturali e prevenzione sanitaria. In piazza Limonta «per accogliere le richieste dei manifestanti come rappresentante della giunta perché pensiamo che questioni siano giuste - ha detto -. È stato chiesto a noi di individuare e mettere a disposizione degli spazi. Sto incontrando ogni giorno i presidi, con cui stiamo mappando gli spazi interni alle scuole elementari e medie, ed esterni come cinema, teatri e oratori.

In più stiamo verificando la possibilità di montare strutture provvisorie». Il personale? «Chiediamo che tutte le scuole abbiano dal 1 settembre l'organico pieno, compreso il personale di segreteria. Il governo deve pensare a questo» polemizza Limonta.

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