La sfida del Policlinico: diventare polo europeo per la cura del cuore

Inaugurata ieri la nuova Cardiochirurgia: 12 letti, 4 di rianimazione e 12 specialisti

La sfida del Policlinico: diventare polo europeo per la cura del cuore

La sfida è quella di creare al Policlinico il primo pubblico cardiologico in centro, complice anche l'edificazione del nuovo ospedale. Con il trasferimento della Cardiochirurgia dall'ospedale Sacco al Policlinico, si completa quindi l'ambito delle specialità legate al cuore (cardiochirurgia, chirurgia vascolare e chirurgia toracica e cardiologia, che costituiscono uno dei massimi riferimenti per la diagnosi e il trattamento delle patologie toraciche e cardiovascolari in Italia). Stesso discorso dal punto di vista didattico con il trasferimento della cattedra di Cardiochirurgia in via Francesco Sforza, sempre dal Sacco diretta da Carlo Antona.

Un percorso, voluto dal direttore del dipartimento di Cardiologia Stefano Carugo, durato un anno circa e «accompagnato passo passo dalla Regione con un grande investimento di termini di personale, pazienti, attività didattica e di ricerca. Vogliamo diventare un polo di eccellenza e competere con i grandi centri europei e internazionali», l'ambizione di Carugo.

La nuova Unità Operativa, da 12 posti letto e 4 di Terapia Intensiva (che raddoppieranno in vista del Nuovo Policlinico), è guidata da Carlo Antona, già direttore della Cardiochirurgia al Sacco, che sarà affiancato da un'équipe composta da altri 12 cardiochirurghi, 32 infermieri specializzati, 5 perfusionisti esperti e diverse figure professionali di supporto: parte di loro trasferisce in Policlinico l'esperienza sviluppata proprio all'Ospedale Sacco, mentre diversi altri sono stati assunti attraverso bandi pubblici. «Nella nostra Cardiochirurgia - continua il neo-direttore Antona - siamo in grado di effettuare tutti gli interventi per adulti con tecniche innovative e mininvasive: sulla riparazione delle valvole aortiche, ad esempio, possiamo vantare una delle più ampie casistiche in Europa. Nell'ottica del lavoro di squadra, affiancheremo la Cardiologia per gli interventi di emodinamica, la Chirurgia Vascolare per le malattie acute e croniche dell'aorta, e la Chirurgia Toracica per gli interventi di trapianto al polmone che richiedono la presenza del cardiochirurgo». Inoltre, gli specialisti del Policlinico saranno a supporto anche di altri ospedali pubblici e privati, attraverso specifiche convenzioni che permetteranno di diffondere sul territorio la loro esperienza. Sul fronte della ricerca, sia la Cardiochirurgia sia la Chirurgia Vascolare stanno già collaborando per sviluppare nuovi dispositivi endovascolari in collaborazione con diversi partner tecnologici.

«Questa nuova Unità Operativa - spiega il direttore generale Ezio Belleri- conferma il nostro progetto di creare un polo pubblico di riferimento dove la cura e la ricerca si integrano per affrontare le principali patologie cardiovascolari, che sono ancora la principale causa di morte nel nostro Paese. Un'integrazione che potenzia l'offerta al paziente non solo dal punto di vista dei professionisti ma anche da quello della dotazione tecnologica: la Cardiochirurgia va a completare il percorso definito dalle nostre nuove sale di emodinamica, dalla rinnovata sala di elettrofisiologia per la gestione del paziente con infarto acuto, e dall'attivazione a pieno regime della sala chirurgica ibrida, che sarà fondamentale per consentire il lavoro in contemporanea di diverse equipe chirurgiche, ad esempio per gestire le emergenze e i politraumi».

«Importante - sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti - l'avanzamento dei lavori del nuovo ospedale per un'area di 25mila

metri quadrati che si completerà il 2024: si parla di 900 posti letto più altri 80 in altri reparti, e si incrementeranno che i blocchi operatori. Avremo anche nuovi macchinari grazie ai fondi del Pnrr per 5 milioni di euro».

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