La sinistra vuole la moschea a Sesto San Giovanni: scoppia la polemica

La campagna elettorale di Sesto San Giovanni si combatte anche sul tema religioso, con la sinistra che torna a parlare della grande moschea

La sinistra vuole la moschea a Sesto San Giovanni: scoppia la polemica

Con l'avvicinarsi delle elezioni amministrative in numerose città del nostro Paese è ripartita la campagna elettorale. Anche a Sesto San Giovanni, grande comune dell'hinterland milanese, si dovrà rinnovare l'amministrazione e parte della campagna elettorale si sta svolgendo sul campo della moschea che la sinistra vorrebbe realizzare a Sesto San Giovanni, il cui progetto è stato bloccato quando è stato eletto sindaco Roberto Di Stefano. Nelle idee della sinistra, la moschea avrebbe dovuto trasformare la città nella "Mecca del nord Italia", anche perché non si trattava di un semplice luogo di culto ma di un complesso di oltre 2400 metri quadrati che avrebbe dovuto ospitare un ristorante, la casa dell'imam e un minareto. Nel progetto iniziale era prevista anche una grande cupola d'oro. Al momento, come spiega Nicolò Rubeis nel suo articolo per il Giornale, "Foggetta finora non ha toccato l'argomento moschee, ma come fanno sapere dal suo staff l'impegno è di 'garantire i diritti imprescindibili riconosciuti dalla Costituzione', anche se qualsiasi progetto che dovesse essere approvato sarà 'in linea' con gli assetti della città". Ma le sue posizioni sono note.

"Il nostro no alla grande moschea che la sinistra vuole ancora realizzare per trasformare Sesto San Giovanni nella Mecca del Nord Italia lo ribadiamo con estrema convinzione, forti delle sentenze dei tribunali e del nuovo piano di governo del territorio. Foggetta, candidato della sinistra, si è pubblicamente dichiarato favorevole alla grande moschea in più occasioni definendo il progetto ‘bello e affascinante'. A preoccupare sono anche e soprattutto le sue posizioni in merito al terrorismo di matrice islamica che ormai da anni insanguina l’Europa e il mondo", ha tuonato Roberto Di Stefano, che si è ricandidato.

Il sindaco in carica ha proseguito: "Anche per i prossimi cinque anni in cima alle nostre priorità ci saranno i sestesi, la loro sicurezza e i valori non negoziabili di legalità e trasparenza. Per altri, e sappiamo bene chi, il cavallo di battaglia continua a essere una moschea da 2.450 metri quadrati, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato del 2019 che ha ribadito come la comunità islamica fosse decaduta dal permesso di costruire, certificando inoltre il mancato versamento di 320.000 euro, un debito contratto coi cittadini".

Sulla questione è intervenuta anche Silvia Sardone, esponente della Lega e consigliere Comunale a Milano, esprimendo il suo forte disappunto per la decisione: "A Sesto San Giovanni la sinistra non si smentisce mai e ribadisce il suo primario impegno: fare nell’ex Stalingrado d’Italia la più grande moschea del Nord Italia. Era il progetto portato avanti dall’ex sindaco Chittò, finanziata con fondi del Qatar e con realtà non proprio moderate, che per fortuna il sindaco Roberto Di Stefano ha bloccato non appena è stato eletto".

Ma quella che si alza contro la moschea di Sesto San Giovanni è una protesta unanime della destra, contraria a un progetto così invasivo e potenzialmente pericoloso per il rischio di radicalizzazione. L'onorevole Jari Colla, commissario della Lega di Sesto San Giovanni, sottolinea che "Non possiamo poi dimenticare le simpatie e gli ammiccamenti della sinistra negli anni passati e le dichiarazioni infelici dopo i tragici attentati a Charlie Hebdo. I sestesi devo sapere con estrema chiarezza che se vincesse la sinistra si troveranno la più grande moschea del Nord Italia in città, e con altrettanta chiarezza che con la Lega al governo, Sesto non sarà mai la città della Mecca".

Anche Daniela Santanché di Fratelli d'Italia nella sua nota ha messo in evidenza le posizioni assunte da Michele Faggetta a seguito di alcuni attentati che sono stati compiuti negli anni precedenti da esponenti dell'islam radicale. "l candidato della colazione di centrosinistra, Michela Foggetta, non solo vuole la grande moschea a Sesto San Giovanni ma usa parole indecenti nei confronti degli attentati arrivando a giustificare quanto accaduto a Charlie Hebdo. Inoltre si oppone anche alla scelta, fatta dalla vecchia Giunta di sinistra, di impedire l’ingresso con il burqa negli edifici pubblici", spiega la senatrice.

L'idea di procedere con la realizzazione della moschea non piace nemmeno alla Regione Lombardia, dove l’assessore regionale alla Sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato, sottolinea con amarezza che "Non c’è da stupirsi che voglia realizzare la Grande Moschea, con tanto di minareto e cupola d’oro, incurante di tutto quello che ne conseguirebbe per i cittadini di Sesto San Giovanni.

Sarebbe dovuta essere una moschea di 2.450 metri quadrati, che prevedeva anche la presenza di una biblioteca, un ristorante e la casa dell’Imam. Un punto di riferimento non solo per i musulmani di Sesto, ma anche per quelli di Milano e della Brianza".

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