Social eating, una cena a casa di sconosciuti

Ecco la moda dei cuochi privati: chiunque può cucinare e ospitare (a pagamento)

Social eating, una cena a casa di sconosciuti

Uno degli aspetti più importanti di questo lungo periodo di crisi è probabilmente la riscoperta dei valori, dei bisogni, dell'essenziale. Le persone ritrovano stili di vita che divertono e coinvolgono, condividendo, nell'ottica della «social economy», tutti gli aspetti della propria vita, auto, casa, vacanze e anche cene, con il «social eating », un momento per conoscere nuova gente, scambiarsi amicizie o opportunità di lavoro, tra estranei che si ritrovano seduti attorno a un tavolo, a casa di uno chef casalingo, assaggiando diversi tipi di cucina, a chiacchierare in nome del networking, senza restare nascosti dietro un monitor o una tastiera, ma con unico complice, il cibo, simbolo di socializzazione per eccellenza.

Il modo in cui funziona il social eating è sempre lo stesso: ci si iscrive, si paga un contributo spese, ci si presenta alla data e all'ora indicate. I social eating si trovano in rete, sui social network grazie al passaparola, i più organizzati sono riuniti in apposite App, o social network dedicati, come Gnammo, Kitchen Party, Newgusto, Peoplecooks, il più soldidale, adatto a studenti e a chi ha poco budget, Ma'Hidden Kitchen Supper Club, con liste di attesa lunghissime, Eatwith, con solo 6 organizzatori di social eating a Milano, come la giornalista Valeria Merlini, Let's Lunch, ideale per networking e business lunch, New Gusto, presente in 56 Paesi ma nato in Italia. Si sceglie quello più indicato alle proprie esigenze con istinto e secondo il proprio gusto culinario, o chiedendo a chi c'è già stato. I più audaci arrivano da soli, i più diffidenti prenotano per due e vengono con un amico. Gli stranieri, invece, già abituati a questo tipo di fenomeno, cercano questi appuntamenti e aderiscono senza remore per gustare la cucina casalinga, gli studenti, invece, prediligono il menu meno costoso, i single, infine, hanno voglia di novità. Nuovissimo anche VizEat, piattaforma di social eating già in 20 paesi e appena arrivata in Italia, dove la cena a casa resta un punto di forza nei confronti degli stranieri che desiderano provare una cena italian style socializzando. In Francia VizEat è partner ufficiale dell'ufficio del turismo di Parigi e di Atout France, proprio per la sua capacità di ampliare l'offerta del territorio. A Milano il social eating è già organizzato da tempo. Abbiamo provato Sem: l'abbiato scoperto ascoltando la radio, abbiamo dato un'occhiata al sito-www.socialeatingmilan.com e abbiamo trovato una data pochi giorni dopo. Navigando in rete si scopre che la padrona di casa è una giornalista, che vive con un cane dal nome buffo, Miss Mills e dà un nome a tutto anche al divano, che si chiama Nano, quindi, in sintesi, andavamo da Sem per salutare il Nano.

Dopo aver chiesto informazioni su abbigliamento, orari, spazi per fumatori, contributo, ci è stato chiesto se avessimo intolleranze alimentari o esigenze particolari e, dopo aver letto il menu e aver verificato il tutto, ci siamo dati appuntamento alla data stabilita.

La padrona di casa era sulla soglia ad aspettare con un sorriso e un benvenuto che ci hanno subito fatto sentire a nostro agio. Tutti venivano presentati con la stessa attenzione, facendo in modo che iniziassero una conversazione; dopo l'aperitivo, curato e informale, ottimo biglietto da visita di ogni incontro, tutti a tavola, come se fossimo già un gruppo di amici consolidato, con la confidenza necessaria per le prime battute, clima familiare, tensioni della giornata ridotte ormai allo zero. Tutto era sotto controllo, la padrona di casa ogni tanto andava in cucina a controllare, poi si sedeva con gli ospiti, chiedendo aggiornamenti su argomenti trattati o i diversi pareri. Menu ottimo anche se è sconsigliato a chi è a dieta, perché quel social eating ci è costato una sessione extra in palestra e con il personal trainer.

L'universo degli home restaurant, solo nel 2014, ha fatturato 7,2 milioni di euro in Italia. Con ben 7mila cuochi social attivi in Italia nel 2014 e un trend previsto di ulteriore crescita per il 2015, lo scorso anno sono stati organizzati ben 37 mila eventi social eating andati a buon fine, con una partecipazione di circa 300 mila persone. E un incasso medio stimato, per singola serata, pari a 194 euro. Questi alcuni dei numeri che emergono dal report realizzato da Cst - Centro studi turistici per Fiepet Confesercenti - sul fenomeno dell'Home restaurant e social eating.

Si moltiplicano i servizi per trasformare le proprie case, terrazze, giardini in ristoranti dove appassionati di cucina propongono le loro specialità a turisti, avventori o semplici curiosi, trattati come ospiti personali però paganti.

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