La Lombardia è di nuovo in bilico. Spera di restare in fascia gialla ma rischia l'arancione. E ora convive col nuovo incubo: i focolai di varianti Covid.
Il nuovo monitoraggio è previsto per domani, e un'evidenza in un senso o nell'altro ancora non c'è. Alla vigilia della decisione si prospetta un nuovo venerdì di incertezza: la speranza di molti, soprattutto pubblici esercenti, è che il ministero non intenda ricorrere a nuove restrizioni, ma il ritorno in fascia arancione è una concreta possibilità. L'Rt è in discesa ma alcuni dati sono in lieve peggioramento. Preoccupano le varianti. E le «varianti delle varianti», come quella «scozzese» riscontrata in 14 casi a Viggiù (Varese), uno dei quattro Comuni cui la Regione ha applicato un'ordinanza ad hoc martedì sera. La «fascia rossa» è scattata ieri alle 18 anche a Mede (Pavia), Castrezzato (Brescia) e Bollate e sarà valida fino al 24 febbraio. Scuole primarie e secondarie sono «a distanza», ed è sospesa l'attività di nidi e materne.
Ai fini del monitoraggio ministeriale, decisiva potrebbe essere proprio la valutazione di queste fasce rosse mirate, introdotte da Fontana dopo aver sentito i tecnici regionali e il Cts. Palazzo Lombardia conta che possano essere considerate come una risposta efficace e tempestiva, ma il timore è che siano valutate invece come un elemento di aggravamento del quadro epidemiologico. Il governatore ieri ha manifestato chiaramente l'auspicio che alla fine l'arancione non scatti: «Spero proprio di no», ha detto in una diretta a BergamoTv, chiedendo anche di anticipare l'esame ministeriale «perché i dati al Cts arrivano il martedì». E ha anche ammesso, Fontana, che «con le chiusure i dati migliorano, con le aperture, più larghe sono, più i dati peggiorano».
Parlando in mattinata in commissione Sanità, il direttore generale del Welfare di Regione, Marco Trivelli, ha spiegato che «non ci sono al momento altri Comuni candidati a zone rosse». Ma è vero anche che decisioni del genere sono rapide, legate alla valutazione concreta di allarmi locali. Queste chiusure, comunque, non sono legate tanto al numero assoluto di positivi accertati, quanto ai casi di varianti appunto, che risultano presenti soprattutto nelle scuole. Per Viggiù si pensa a test sierologici e sono in via di esecuzione tamponi a tappeto sulla popolazione. Test di controllo saranno condotti anche nella popolazione scolastica dei Comuni confinanti. Fontana ha sottolineato che queste «fasce rosse» non sono le zone rosse di cui tanto si è parlato nel corso della prima ondata, in particolare per Alzano Lombardo.
Quelle - ha ricordato - sono di competenza ministeriale sentita la Regione mentre queste fasce fanno riferimento al «dpcm» che ha introdotto i colori e con essi la possibilità di misure locali «più stringenti». E sono adottate dalla Regione sentito il ministero.
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