Statale, i 600 anni dell'atrio del Filarete

Statale, i 600 anni dell'atrio del Filarete

Il turista, ma anche lo studente, che attraversi il cortile monumentale della Ca'Granda, sede dell'Università Statale, difficilmente potrà ignorare la bellezza e la solennità di questo edificio plurisecolare, sapientemente disegnato e arricchito con statue, capitelli, decorazioni. Ma il piacere estetico si trasformerebbe in ammirazione e orgoglio nazionale, se quel turista o studente sapessero il lunghissimo restauro e ricostruzione per anastilosi da quelle mura raccontato, un'impresa esaltante del genio italiano.

Adesso un bellissimo volume, riccamente illustrato, Il cortile del Richini. Un monumento da conservare (Università degli Studi di Milano-Skira, 258 pagine, 39 euro) di Antonello Negri e Pasquale Tucci e curato da Graziella Buccellati e Benedetta Manetti, attraverso contributi critici, immagini e disegni, dà conto del recupero e della conservazione di questo straordinario patrimonio in occasione del novantesimo anniversario della fondazione dell'Università. La prima sorpresa è l'età relativamente giovane della Statale come sede universitaria, rispetto ad altri plurisecolari atenei italiani (Padova, Bologna, per fare solo due esempi), nonostante l'edificio esistesse sin dal '400. La Ca' Granda nasce come Ospedale nel XV secolo, progettato dal Filarete e voluto dagli Sforza e intorno al 1640 trova la sua conclusione nella forma attuale, grazie alla risistemazione del Cortile a opera di Francesco Maria Richini, il maggiore architetto allora attivo sulla scena milanese.

Nel corso dei secoli, il complesso rimane sede ospedaliera, pur nelle numerose trasformazioni, poi negli anni Trenta del Novecento l'ospedale si trasferisce a Niguarda e iniziano i lavori per adibirlo a nuova sede dell'università. I ripetuti bombardamenti su Milano dell'agosto 1943 si rivelano disastrosi: bombe e spezzoni incendiari dovuti all'aviazione inglese provocano la distruzione del cortile e buona parte del complesso. A guerra finita, inizia la seconda parte di questa storia, perché la Ca' Granda si trasforma in uno dei cantieri di restauro architettonico più importanti dell'epoca, un cantiere pluridecennale, sino a metà anni Ottanta, quando l'inaugurazione dell'intera Crociera sforzesca pone la parola fine. Risultato. Le 80 campate che fanno corona al cortile, la straordinaria serie di tondi e formelle con figure scolpite che le adornano, tornano all'originaria bellezza.

Il volume ripercorre questa vicenda e traccia un profilo esauriente di Liliana Grassi, l'architetto e docente del Politecnico con un destino professionale legato a filo doppio a questa ricostruzione, nonché del fervore intellettuale dell'epoca: i rapporti con Lucio Fontana e Gio Ponti, con Giovanni Testori e Giuliano Briganti, testimoni e attori della rinascita architettonica.

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