È vero, non erano certo mille come il manipolo di seguaci che quel tal Giuseppe cui è intitolata una delle stazioni di Milano si portò al seguito qualche anno fa. Però quelle decine di animaletti che sgattaiolavano da ogni dove, a pochi metri dai passeggeri, la loro porca figura l'hanno fatta eccome. Anche se mai verbo, sgattaiolare, fu più fuori luogo, visto che gli animaletti in questione altro non sono che dei topi.
Ore 22.20 di una sera d'estate, stazione di Milano Porta Garibaldi. Per il treno notte per Roma c'è ancora un'oretta di tempo. Ti avvicini alla macchinetta delle bibite per acquistare una bottiglietta d'acqua. Prepari la monetina ma vieni bloccato da una famiglia napoletana, mamma, papà e tre figli, che ti lanciano uno sguardo come volessero avvertirti di qualcosa. Finché il figlio se ne esce con un ambiguo: «Signo' ce stanno e zoccole...». A sgattaiolare fuori è il tuo spirito da battaglia: elmetto in testa, telefonino programmato sulla fotocamera, pronto ad immortalare il sorcio. O i sorci (se ne conteranno una decina alla fine, ndr) che, però, si fanno burla di te, passando da un binario all'altro, transitando sulle banchine, nascondendosi sotto un treno in sosta o sotto le macchinette delle bibite e delle merendine, andando a «curiosare» tra i sacchetti dei rifiuti della differenziata. Ma il treno è in arrivo.
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