Terzo polo corteggia Moratti ma il Pd: "Non è un'opzione"

L'ex vicepresidente della Regione Lombardia verso una probabile lista civica. Peluffo: "Profilo di centrodestra. Noi percorso diverso"

Terzo polo corteggia Moratti ma il Pd: "Non è un'opzione"

Matteo Renzi la sosterebbe volentieri. Carlo Calenda la corteggia ma vuole sapere che farà il Pd. I dem, però, sono stati chiari, quasi inesorabili: la candidatura di Letizia Moratti alle Regionali «non è un'opzione». E mentre l'economista Carlo Cottarelli si dice pronto a correre in Lombardia «in caso di offerta», il governatore Attilio Fontana tira dritto «per la mia strada». La ricandidatura con il centrodestra «è già nei fatti. Mi sembra che i singoli rappresentanti mi abbiano ripetutamente confermato e a questo punto credo non ci sia neanche bisogno di una formalizzazione», dice il leghista il giorno dopo le dimissioni della ormai sua ex vicepresidente che ha abbandonato la giunta in contrasto anche con il governo, per esempio sul reintegro dei medici no vax.

Un alibi per Fratelli d'Italia, oppure, come sostiene Fontana, «indicazioni del fatto che sta guardando altrove». Il presidente, che a fine mese organizzerà un convegno aperto alle principali menti della Lombardia per scrivere insieme il futuro della Regione, non sembra impensierito dalla possibile sfida con Moratti: «Temo soltanto il Padre eterno ma credo, al contrario, in una cosa fondamentale, che è l'unità del centrodestra».

Moratti non molla e continua a portare avanti la sua candidatura tra appuntamenti e la composizione del programma con un gruppo di esperti tematici. Lo scenario più plausibile al momento sembra la corsa «civica» in solitaria, sperando in un risultato più benevolo di quello che raccolse l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini che intanto vuole vedere cosa farà il Terzo polo. La rete un volto già ce l'ha, con l'associazione «Lombardia Migliore», fondata tra gli altri dal consigliere regionale Manfredi Palmeri e a potrebbe trasformarsi nella lista a sostegno di Moratti. Anche perché, dopo i caotici distinguo nelle dichiarazioni a caldo e il rischio di una rivolta nel partito, a smentire definitivamente che i dem possano appoggiare l'ex vice di Fontana ci ha pensato direttamente il segretario lombardo del Pd Vinicio Peluffo: «Moratti è un profilo connotato nel centrodestra, il suo campo di appartenenza è quello. Noi stiamo facendo un altro percorso».

In salita anche una candidatura con il Terzo Polo. Se il Pd dovesse starci, Renzi e Calenda non si opporrebbero a Moratti, anzi. Ma visto che il matrimonio è impossibile, Azione ha già chiarito che non sarebbero disposti a sostenerla da soli, anche se il leader di Italia Viva sembra puntare tutto sull'ex sindaca di Milano per rompere gli schemi: «Se fossi segretario del Pd chiamerei di corsa Moratti e le direi andiamo insieme, se i dem avessero voglia di vincere le elezioni, ma il Pd di Letta voglia di vincere...», sferza in tv l'ex premier. «Moratti è un profilo di qualità ma c'è un tema di alleanze», ci va più cauto Calenda che pone come paletto la presenza del M5s, poi però rilancia legando l'accordo in Lombardia a quello nel Lazio, dove i dem hanno governato con i pentastellati. Cottarelli, che metterebbe d'accordo tutti, compreso +Europa, esce allo scoperto sottolineando che però «non è ancora venuto nessuno con una proposta definitiva». Ponendo le condizioni per accettare la candidatura: «Un'alleanza sufficientemente ampia e un accordo sulle cose da fare».

L'identikit tracciato dal primo cittadino di Milano Giuseppe Sala che parlando a nome dei sindaci lombardi di centrosinistra esclude il M5s e auspica «un allargamento che comprenda Pd, liste civiche, Italia Viva e Azione».

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