La corsa alle vaccinazioni è ripresa, con pregi e punti deboli. E oggi si registrano buone notizie sulla reattività dei centri vaccinali, insieme a disguidi pesanti nel sistema di prenotazioni. Disguidi che la stessa vicepresidente Letizia Moratti definisce inaccettabili e che attribuisce apertamente ad «Aria Lombardia», parlando di «inadeguatezza» dell'azienda regionale per l'innovazione.
Dopo il ritorno del siero AstraZeneca, sospeso per tre giorni, la campagna lombarda è ripartita venerdì con la dichiarata intenzione di recuperare i ritardi dovuti allo stop. Le note positive arrivano dalla macchina territoriale per le vaccinazioni, che pare viaggiare grazie al personale, alla Protezione civile e ai volontari. I cittadini, poi, stanno rispondendo, e sul vaccino anglo-svedese stanno superando dei dubbi che altrove resistono. A Palazzo Lombardia si leggono con soddisfazione i riscontri dei vari hub, e pur senza un dato complessivo si garantisce che il tasso di rinuncia è molto basso. «Pochi» coloro che non si sono presentati, e si dovrebbe verificare se hanno rinunciato per diffidenza. Ad esempio si porta il dato della Fiera, dove venerdì 800 persone erano prenotate e 800 sono state vaccinate (più 190 che avevano appuntamento al mattino).
Ciò che torna a imbarazzare la Regione, invece, è il portale per le prenotazioni, che anche ieri ha dato problemi, facendo saltare l'agenda in tre territori: Cremona, Como e Brianza. In pratica, non sono partiti gli sms delle prenotazioni. Visti i disagi, l'opposizione ha molto criticato, sia localmente sia a livello regionale, questa nuova défaillance. L'Asst Monza ha spiegato parlando di «un disguido sulle agende, causato da un malfunzionamento della centrale regionale», con centinaia di prenotazioni saltate. A questi pesanti disguidi, le aziende territoriali hanno cercato di rimediare facendo salti mortali per non sprecare dosi. L'Asst brianzola per esempio ha utilizzato liste interne di asili, Protezione Civile, volontari Auser fornite da Ats Brianza. E si è scusata Poi l'Asst ha spiegato che le 1.300 somministrazioni programmate sono state comunque fatte (di cui 400 AstraZeneca). Anche la Asst lariana avrebbe recuperato allo stesso modo (772 di cui 212 AstraZeneca). E in serata poi, anche Asst Cremona e Ats Val Padana avrebbero garantito che «nessuna dose è andata sprecata», con 1.110 vaccinazioni. Detto questo, in Regione il disappunto è forte, attenuato solo dall'imminente cambio in vista, con l'arrivo di un portale di Poste, si dice in settimana. «L'inadeguatezza di AriaLombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente - ha commentato Moratti - rallenta lo sforzo comune per vaccinare. È inaccettabile». La vicepresidente ha ringraziato gli operatori «che si prodigano vaccinando comunque 30mila persone al giorno» e i «cittadini lombardi per la pazienza», complimentandosi con le Asst «bravi a recuperare i buchi nelle agende dovuti al disservizio sulle prenotazioni» e sottolineando che «i cittadini lombardi hanno dimostrato di aver voglia di vaccinarsi per uscire da questo incubo».
Intanto, si torna a parlare anche delle vaccinazioni in azienda. E il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti, si rivolge alla Regione assicurando che le sedi dell'organizzazione sono a disposizione, per «un progetto che condividiamo». Confartigianato vuole garantire «pari opportunità anche alle piccole imprese», ma fa presente come «la possibilità di somministrare i vaccini in azienda non sia, al momento, priva di ostacoli». Massetti chiede alla Regione «un protocollo di intesa al più presto», impegnandosi anche a «proporre eventuali integrazioni e adattamenti, se necessari, per evitare che si inneschino fattori di disparità per le piccole e medie imprese». «Il rischio - avverte - è che vengano escluse tantissime piccole e medie imprese che non hanno le condizioni adeguate per organizzare la somministrazione dei vaccini nella propria sede».
Vista la «polverizzazione» di imprese e lavoratori, tipica del sistema produttivo lombardo, Confartigianato definisce urgente «un piano logistico» serio e capillare, che non trasli i costi solo «sulle spalle del sistema produttivo».
«Tutte le nostre associazioni di territorio - garantisce Massetti - metteranno a servizio le proprie risorse, in una joint venture assolutamente necessaria con Regione Lombardia, alla quale richiediamo un impegno reale nella messa a disposizione di spazi temporanei e attrezzati nei territori, magari con linee e aree dedicate e con il necessario personale medico e infermieristico di supporto, ove poter convogliare i lavoratori delle piccole e micro imprese».
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