Per vincere la balbuzie non solo “canta che ti passa”, ma anche “recita che ti passa”

A Milano, al Centro Teatro Attivo CTA di via Ampere 30, dal primo al sei luglio, si tiene un laboratorio di teatro condotto dall’attrice Michela Costa e dallo psicoterapeuta Roberto De Pas, specializzato in disturbi del linguaggio

A recitare in teatro, balbuzie permettendo. E cioè: sempre. Perché non c’è come indossare i panni di un altro per dimenticarsi di inciampare sulle parole. Pare impossibile. Ma è proprio sul palcoscenico, quando le luci si spengono e i rumori in sala si fanno sommessi, che l’eloquio scorre veloce. E l’ansia? Si tiene a bada perché, insieme ai costumi, si indossa anche un altro inconscio. Quello del personaggio. Provare per credere. A Milano, al Centro Teatro Attivo CTA di via Ampere 30, dal primo al sei luglio, si tiene un laboratorio di teatro condotto dall’attrice Michela Costa e dallo psicoterapeuta Roberto De Pas, specializzato in disturbi del linguaggio. “È per ogni età e aperto a tutti, non solo ai balbuzienti – spiega De Pas – Talvolta, per eccessiva timidezza, non riusciamo a parlare in pubblico. Da qui l’idea di aprire il corso alle difficoltà espressive, balbuzienti ma non solo. Il gruppo di teatro è un luogo in cui si gioca con il linguaggio. Il gruppo rassicura, disinibisce, permette di ‘tirar fuori’ quello che si ha dentro. E poi si fa un grande lavoro anche con il corpo e con la respirazione”. Fra gli attori che hanno partecipato ai laboratori di De Pas anche Filippo Timi, “la testimonianza che indossare i panni di un altro aiuta a non balbettare – aggiunge lo psicoterapeuta – Gli attori hanno ben presente il metodo Stanislavskij, ossia la ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio che si interpreta e quello dell’attore. Esternando le emozioni, interpretandole, le si rielabora”. Le lezioni si svolgono in tre parti, dalle 19 alle 21.30. Il sabato e la domenica con altri orari, consultare il sito www.curarelabalbuzie.it (il costo del corso è di 300 euro). Il primo momento è dedicato alla postura e alla ‘consapevolezza del corpo’.

Nel secondo si impara a respirare, infine ci si impegna a recitare partendo dall’invenzione di un personaggio, si inizierà dai testi di letteratura contemporanea per terminare con quelli di Shakespeare. Non più solo “canta che ti passa”, anche “recita che ti passa”.

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