Accoltellato per vendetta, a causa dello stupro di una giovane minorenne avvenuto mesi prima, questo il motivo per il quale il pakistano A.Z. era stato aggredito in piazza Testori, proprio dinanzi alla stazione ferroviaria di Novate Milanese.
L'episodio si era verificato durante il 12 novembre del 2019 quando lo straniero, oggi 19enne, era stato rinvenuto disteso su una panchina e sanguinante da alcuni passanti. La chiamata al 118, poi la corsa all'ospedale Niguarda di Milano, con l'extracomunitario in stato di semi-incoscienza ed una seria ferita di arma da taglio all'altezza del fianco destro.
Le indagini erano state fin da subito affidate ai carabinieri di Rho, in grado di rinvenire immediatamente l'arma utilizzata dagli aggressori, un coltello a serramanico con evidenti tracce ematiche abbandonato poco più in là del luogo dell'agguato.
Un'investigazione lunga che si è conclusa nei giorni scorsi con il fermo di 6 persone, tra cui la ragazza minorenne, il fidanzatino ed un amico di quest'ultimo, ovvero gli esecutori materiali del raid punitivo. Ai domiciliari anche lo stesso A.Z. ed altri due connazionali che avevavo preso parte allo stupro della minorenne, un episodio che risale al gennaio del 2019.
Secondo quanto raccontato dalla giovane, la sera del 12 novembre si era recata alla stazione per acquistare un Iphone da regalare al fidanzato, trovandosi però a dover contrattare con lo stesso pakistano che aveva abusato di lei con altri due stranieri mesi addietro. Un episodio che però non aveva mai raccontato a nessuno. Insieme a lei c'erano anche il fidanzato ed un suo amico, rimasti inizialmente a distanza I due, estranei alla trattativa, erano tuttavia intervenuti in difesa della minorenne nel momento in cui il pakistano aveva provato ad allungare le mani su di lei. Secondo questa versione, vedendosi aggredire, il pakistano avrebbe estratto un coltello per difendersi ma si sarebbe ferito da solo. Una tesi confermata dagli altri due giovani ma alla quale gli inquirenti non hanno mai creduto.
I carabinieri hanno invece ricostruito la vicenda, scoprendo che si era trattato di una vera e propria spedizione punitiva ai danni dello stupratore pakistano, per la violenza sessuale commessa sulla minorenne nel gennaio del 2019. Quella sera, approfittando del fatto che la ragazzina fosse ubriaca dopo una serata in discoteca, il pakistano l'aveva stuprata, invitando a casa dei connazionali che avevano poi fatto altrettanto.
Un vero e proprio agguato dunque, al termine del quale i 3 aggressori avevano pianificato anche il furto dell'Iphone che la minorenne aveva finto di voler comprare per attirare lo straniero e del denaro che quest'ultimo aveva con sè.
I giovani sono stati incriminati a vario titolo per concorso in
tentato omicidio (la vita del pakistano è stata salvata da un tempestivo intervento chirurgico), tentata rapina e porto abusivo di armi. Per i pakistani contestati i reati in concorso di violenza sessuale di gruppo aggravata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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