Sono 1.884 i nuovi contagiati da Covid in Lombardia. Oltre 1000 si sarebbero registrati nel milanese di cui 500 nella sola città. Complessivamente si contano 1.844 dunque i nuovi positivi con 29.048 tamponi effettuati in un solo giorno, per una percentuale pari al 6,3%. Dei nuovi casi 189 sono «debolmente positivi» e 13 a seguito di test sierologico. In terapia intensiva si trovano 64 pazienti, il 40 per cento dei posti disponibili in regione mentre i cittadini ricoverati negli altri reparti sono 645, ovvero 99 in più rispetto a martedì. L'impennata dei casi è dovuta anche alla «massiccia attività di tracciamento (1.706 sono gli esiti di martedì e 138 riferiti ai giorni precedenti, ma comunicati ieri) - spiega il dg dell'assessorato regionale al Welfare, Marco Trivelli. A fronte di queste evoluzioni con i direttori generali delle ATS e degli ospedali stiamo lavorando per disporre un rapido incremento della disponibilità di posti letto dedicati ai pazienti Covid, in linea con quanto prevede il Piano regionale». Piano che ha riorganizzato la rete ospedaliera in 5 hub dedicati alle cure per il Covid 19, di cui fanno parte Niguarda, il Policlinico di Milano, l'ospedale Sacco, il Policlinico San Matteo di Pavia, gli Spediali Civili di Brescia. Il primo step prevede l'apertura graduale e progressiva dei posti letto, fino ai un massimo di 150, su tutto il territorio. Attualmente sono occupati in terapia intensiva circa un terzo dei posti, ma nel momento in cui si dovesse arrivare a occuparne l'80 per cento, ovvero 125/130 letti scatterà il secondo livello che prevede di sbloccare 400 posti di cure intensive, tra i 5 hub, i 17 spoke, l'ospedale in Fiera la «scialuppa di salvataggio», come l'ha definito ieri Emanuele Catena, direttore della terapia intensiva dell'Ospedale Sacco e il nosocomio allestito alla fiera di Bergamo. Ospedale in Fiera che è pronto a venire attivato qualora ce ne fosse bisogno.
«In queste ore la pressione è molto forte. Questa situazione potrebbe potenzialmente diventare esplosiva - avverte Catena -. Secondo la mia opinione personale Milano rischia». A sottolineare la gravità della situazione è anche Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell'Istituto Galeazzi: «Bisognerà, io temo, fare delle ulteriori restrizioni, spero localizzate, legate all'individuazione di focolai particolari e magari lockdown di un quartiere, di un contesto. È già successo a La Spezia, a Latina, a Roma nel recente passato e purtroppo è qualcosa che dobbiamo tenere in conto come opzione».
Ci saranno ulteriori misure restrittive in Lombardia? «Non lo so, sono valutazioni che verranno fatte dai tecnici sulla base dell'evoluzione dei dati venerdì. L'unica questione su cui abbiamo fatto qualche considerazione - ha risposto il governatore lombardo Attilio Fontana al termine dell'incontro in Prefettura ieri sera - è quella di ridurre il numero delle persone sul trasporto pubblico in certe ore della giornata. Tra le soluzioni differire l'inizio delle lezioni, aumentare il più possibile lo smart working». Al momento «è esclusa la chiusura dei locali».
Tornando alla situazione epidemiologica secondo Catena al momento «la pressione si concentra non sulle terapie intensive in questo momento, ma sui reparti di media-bassa intensità». A lanciare l'allarme proprio sui sub acuti era stato qualche giorno fa Antonio Pesenti, direttore del dipartimento di Uoc Anestesia-Rianimazione del Policlinico e coordinatore delle terapie intensive nell'Unità di crisi della Regione: «La preoccupazione al momento non sono le terapie intensive, ma i reparti a media-bassa intensità, e anche nei pronto soccorso c'è affollamento».
Ieri al Policlinico erano ricoverati 8 pazienti in terapia intensiva, 13 in subintensiva, mentre 59 erano i positivi degenti in altri reparti. La Regione sta lavorando per rendere disponibili «molti più posti per sub acuti». Una delibera è in cantiere per «aprire mille nuovi letti per ricoveri extra ospedalieri» conferma Trivelli.
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