«Il mio realismo contro Veltroni»

Luca Rocca

Realismo contro buonismo, i fatti contro l’immagine, ossia Baccini contro Veltroni. Nella sede del suo comitato elettorale di via Merulana, Mario Baccini, in corsa per la carica di sindaco, ha presentato il simbolo che contrassegnerà la sua difficile battaglia elettorale e ha anche annunciato che avrà il sostegno, oltre che dell’Udc, della lista «Baccini sindaco» a cui se ne affiancherà un’altra non ancora presentata. Il ministro della Funzione pubblica ha affermato che «il programma lo scriverò a quattro mani con i miei concittadini. Sarà un programma reale e realistico poiché davanti al progetto del buonismo di Veltroni voglio presentare il realismo di Baccini». E realismo per Baccini significa riparare le buche che ogni anno provocano morti e invalidi, significa tentare di risolvere lo storico problema del traffico, che in questi ultimi 13 anni è solo peggiorato, e occuparsi dei parcheggi, «creandone 40mila all’anno e non 40mila in 8 anni».
«Non abbiamo la bacchetta magica – spiega Baccini – ma occorre cambiare rotta, dando la priorità al trasporto pubblico su gomma, perché quello su ferro ha tempi lunghissimi». E a proposito di problemi nel trasporto, l’esponente dell’Udc non perde l’occasione di dire a Veltroni che «dovrebbe chiedere scusa ai romani per i disagi causati nei giorni scorsi», per poi aggiungere che la rete di trasporto è fatiscente e che i blocchi del traffico dimostrano la mancanza di una vera regia. Per Baccini è gravissimo «avere miseramente fallito nella riorganizzazione della polizia municipale. I nostri agenti devono ritrovare l’orgoglio della divisa. E non occorre essere ausiliari ma fare i concorsi e diventare vigili urbani». Il programma è basato su tre punti principali: l’economia e il lavoro, i diritti dei cittadini e la responsabilità sociale. Baccini afferma che incontrerà «i rappresentanti del mondo sindacale, perché dobbiamo riaprire un dialogo forte con il mondo sociale» e che privilegerà i contatti «con le associazioni di categoria e coi rappresentanti dei consumatori». Il ministro poi si concentra sulla solidarietà, sottolineando che «deve diventare una scelta economica e non solo una scelta etica». E qui parte una stoccata molto efficace contro Veltroni: «Io non penso a una solidarietà della telecamera, e mi riferisco all’Africa, alla quale tutti noi romani abbiamo dato qualcosa, mentre l’unico ad avere avuto qualcosa dall’Africa è proprio Veltroni». E a proposito di Africa, Baccini sottolinea che «Roma deve diventare un ponte per il mediterraneo. Questa deve essere la politica estera del comune di Roma, non certamente la riunione dei premi Nobel in Campidoglio, che fa onore ma non economia».

E quando gli viene chiesto come giudica la forte crescita economica della capitale, Baccini è abile nel rispondere che paradossalmente proprio questo dimostra l’incapacità della giunta Veltroni, che pur potendo disporre della ricchezza prodotta ha lasciato le periferie romane in uno stato indecente.

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