Papa Francesco ha accettato la rinuncia del vescovo di Los Angeles. Un altro scandalo rischia di abbattersi sulla Chiesa cattolica americana, già provata dal caso dell'ex cardinale Theodore McCarrick e dai risultati pubblicati nell'inchiesta del Gran Giury della Pennsylvania.
Una "crisi di credibilità", come viene chiamata da alcuni in Vaticano, che da oggi riguarda pure monsignor Alexander Salazar. Il presule deve rispondere di accuse riguardanti abusi ai danni di minori. Gli episodi contestati, secondo quanto riportato da Vatican News, si sarebbero svolti più di vent'anni fa.
Salazar ha presentato le dimissioni nelle mani pontefice argentino che, come da prassi, le ha accettate. La procedura è quella descritta, ma le direttive sul "fare pulizia" provengono direttamente da Santa Marta. Il Papa, dopo aver dichiarato in maniera esplicita che nulla di tutto ciò sarà più tollerato, ha convocato gli episcopati di tutto il mondo per il prossimo febbraio: si discuterà di prevenzione. Nel frattempo, sembra che la Santa Sede sia sempre più operativa al fine di risolvere le questioni lasciate in sospeso.
La vicenda di Salazar risale al primo decennio degli anni 2000: "Poiché era un vescovo - ha spiegato monsignor Gomez, che è il titolare della diocesi della città californiana - nel momento in cui l’accusa è stata presentata, l’arcidiocesi ha inviato la materia alla Congregazione per la dottrina della fede, che ha condotto un’indagine e ha imposto alcune misure cautelari nei confronti del ministero del vescovo Salazar".
L'ex Sant'Uffizio, insomma, era più che al corrente del caso. Tanto che quanto emerso nei confronti di Salazar è stato interpretato come credibile.
Los Angeles, almeno per qualche tempo, dovrà fare a meno del suo vescovo ausiliare, ma non è la sola grande città degli Stati Uniti a dover affrontare una situazione emergenziale.Il cardinale Wuerl, che si è dimesso da arcivescovo di Washington per accuse di cattiva gestione, non è ancora stato sostituito con un nuovo ecclesiastico.
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