Mentre l'Occidente attiva le sanzioni contro la Russia e il Segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, cancella l'incontro con l'omologo russo Sergey Lavrov, Mosca, Stati Uniti e Nato muovono le proprie forze sull'enorme scacchiere europea.
Dopo il riconoscimento da parte del presidente russo Vladimir Putin delle repubbliche di Donetsk e di Luhanks in Ucraina orientale, il Cremlino ha autorizzato l'ingresso delle proprie forze per una operazione di "peacekeeping". Ma i mezzi che sono entrati in Donbass non sono le uniche forze che in questo momento si muovono in Europa orientale intorno al territorio ucraina. La flotta di Vladimir Putin continua a essere presente nel Mar d'Azov e nel Mar Nero, con l'attenzione di Kiev e dell'Alleanza Atlantica che a questo punto si sposta sulla città costiera di Mariupol. A nord dell'Ucraina, battaglioni di Mosca sono ancora in Bielorussia e in diverse regioni al confine tra Ucraina e Russia. E il britannico Guardian ha riferito dell'avvistamento di un convoglio composto da un centinaio di camion russi dirigersi verso la frontiera ucraina nella regione russa di Belgorod. Informazioni che per l'intelligence atlantica confermerebbero quel pericolo di invasione su larga scala che da diverse settimane viene rilanciato dall'aministrazione Usa e dai comandi Nato. Proprio ieri, il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato il pericolo di un'escalation su larga scala, avvertendo il Cremlino della presenza tra Nord e Sud Europa di centinaia tra navi e aerei da guerra potenzialmente in allerta.
Sull'altro fronte, il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha firmato nella notte un decreto per richiamare in servizio una parte dei riservisti. Kiev esclude, almeno per il momento, una mobilitazione generale. Tuttavia, il segnale che arriva dal governo ucraino è che non ci sarà - almeno per il momento - una resa totale di fronte alle forze russe che sono entrate in Donbass.
Il vero fattore decisivo in questa fase non è però tanto la capacità ucraina di resistere e di mobilitare forze, ma le mosse della Nato e degli Stati Uniti su tutto il territorio europeo. Il presidente Usa Joe Biden, contestualmente all'annuncio delle sanzioni contro la Russia, ha affermato l'intenzione di rafforzare la presenza militare americana nel Baltico e nei Paesi più vicini al gigante russo. Subito dopo le parole del capo della Casa Bianca, i media Usa hanno riferito che il Pentagono ha già ordinato lo spostamento di 800 militari dall'Italia al Baltico, mentre diversi caccia F-35
ed elicotteri Apache saranno spostati in Europa per blindare le regioni più vicine alla frontiera con Mosca. Non sono movimenti che possono cambiare la proporzione tra forze in campo, ma vogliono comunque provare a lanciare un messaggio anche di supporto nei confronti di quei Paesi membri della Nato che si sentono sempre più a rischio proprio per la vicinanza al territorio del Cremlino.
Sui cieli dell'Ucraina, intanto i droni e gli aerei da ricognizione delle forze Usa continuano a monitorare la situazione sul campo, cercando di fornire più informazioni possibili sullo schieramento russo alle porte di Kiev. I siti di tracciamento dei velivoli hanno "catturato" i voli di diversi mezzi di Washington che hanno disegnato le loro rotte su e giù lungo tutto il territorio dell'Ucraina. L'obiettivo è sapere tutto di quelle forze ammassate in territorio russo, ma è un modo anche per dimostrare la vicinanza nei confronti del Paese europeo.
Nel Mediterraneo, intanto, è in corso un'altra partita. Un duello che coinvolge sempre Russia e Nato, e che vede da un lato l'esercitazione delle flotte atlantiche vicino alle coste italiane e dall'altro lato una "caccia" che ha come obiettivo le navi russe. In questi giorni, è stata osservata da molto vicino la nave Marshal Ustinov, un incrociato lanciamissili che ha dato filo da torcere alle Marine occidentali che si addestrano nello Ionio. Gli ultimi tracciamenti mostrano che la nave dovrebbe aver preso nuovamente la rotta di Creta. E nel frattempo, alcuni aerei partiti da Sigonella e da altre basi Nato nel Mediterraneo hanno tracciato delle particolare rotte a cerchi concentrici che potrebbero far pensare non solo alla ricerca dell'incrociatore classe Slava, ma anche a quella più impegnativa di un sottomarino. Come scrive Itamilradar, due Boeing P-8A della US Navy sono decollati dalla base siciliana o per partecipare all'esercitazione Nato Dynamic Manta 2022 o per una missione col gruppo d'attacco della portaerei Harry Truman.
L'impressione è che il Mediterraneo possa essere un palcoscenico per altre operazioni di disturbo della flotta russa. Anche se qualche analista sospetta che possa essere un diversivo in attesa di un'eventuale operazione anfibia o via mare al largo dell'Ucraina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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