Anche il secondo registratore di volo del Tupolev Tu-154, precipitato con 92 persone a bordo domenica nel Mar Nero al largo di Sochi, in Russia, è stato recuperato e riportato in superficie. Si tratta del cockpit voice recorder, che registra le voci in cabina. In quattro giorni sono stati recuperati 13 corpi e numerosi resti umani, oltre a 1.547 frammenti dell'aereo. Finora, però, solo una vittima sarebbe stata identificata. Una fonte delle forze dell'ordine ha spiegato che "gli sforzi principali sono ora diretti nella ricerca della sezione di coda e dell'impennaggio dell'aereo dove sono contenuti i flight data recorder" (che registra i dati di volo). Il 'cockpit voice recorder' è stato ritrovato e portato al centro di ricerca dell'aeronautica russa a Mosca, per essere decifrato.
Secondo indiscrezioni del canale russo Life News - che cita una fonte "vicina alle indagini" - le ultime parole registrate in cabina prima dello schianto sono urla che dicono: "I flap, dannazione! Comandante stiamo precipitando...". La notizia non ha trovato per ora conferme ufficiali. Martedì ad alimentare i dubbi ci aveva pensato l'agenzia russa Interfax, fornendo a distanza di pochi minuti due versioni contrastanti: la prima, citando fonti del ministero della Difesa, attribuendo l'incidente ad un problema tecnico; la seconda, citando sempre fonti della Difesa, incolpando dell'accaduto il pilota che era peraltro molto esperto. La stessa agenzia ha poi fatto parziale chiarezza. Nella dichiarazione ufficiale il ministero della Difesa di Mosca è rimasto vago, spiegando che "i risultati iniziali dell'analisi della scatola nera hanno aiutato a restringere lo spettro delle possibili cause dello schianto dell'aereo".
Interfax ha specificato che il centro di ricerca dell'Aeronautica russa sta continuando ad analizzare i nastri magnetici del "flight data recorder" (che registra i dati di volo e non le voci in cabina).Nella prima versione l'agenzia riferiva che l'aereo è caduto perchè è entrato in stallo, ossia la spinta dei reattori non è stata sufficiente a mantenere la portanza (l'elemento che mantiene in volo un aereo) delle ali per cui il jet ha rallentato sempre più fino a fermarsi e a precipitare, subito dopo essersi staccato dalla pista. "Secondo gli elementi preliminari - si legge - i flap dell'aereo (gli ipersostentatori, quelle parti mobili dell'ala che in fase di decollo e atterraggio si estendono per aumentare la superficie alare e ridurre la velocità necessaria per decollare o atterrare) non hanno funzionato in modo sincronizzato, per cui le ali hanno perso portanza e la velocità non e stata sufficiente per prendere quota facendo entrare l'aereo in stallo". Nel secondo lancio, citando "specialisti del centro ricerche dell'Aeronautica", Interfax ha sostenuto invece che "le analisi preliminari della verifica completa dei dati delle scatole nere forniscono elementi per concludere che un errore del pilota sia da considerare la più probabile causa del disastro".
L'unico elemento che accomuna entrambe le versione e la dinamica - non le cause - dell'incidente è la testimonianza oculare di un ufficiale della guardia costiera delle truppe di confine dei servizi di sicurezza russi (Fsb, l'erede del Kgb) che ha raccontato di aver visto "l'aereo partire dell'aeroporto Adler di Sochi, iniziare a perdere rapidamente quota, invece di acquistare altitudine, il tutto mentre si trovava basso vicino alla superficie dell'acqua. Procedeva ad una velocità bassissima con il muso dell'aereo che puntava esageratamente verso l'alto", come se il pilota avesse tirato verso di se al massimo la cloche tentando disperatamente di prendere quota.
Cosa impossibile in assenza di una spinta sufficiente se i flap non hanno funzionato. Il testimone ha paragonato la posizione innaturale del jet a quello di un motociclista che 'impennà, procedendo solo sulla ruota posteriore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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