La polizia sgombera all'alba la loro "base". E gli antagonisti (NoTav, NoExpo e chissà quanti altri no) occupano un altro locale dell’Aler un centinaio di metri più in là al tramonto. Sono cominciate così, in anticipo di un giorno sul previsto, quelle che i "rivoluzionari milanesi" hanno ribattezzato, forse esagerando un po’, le "Cinque Giornate" di Milano.
Nella mattina di ieri le forze dell’ordine avevano preso la Base di Solidarietà Popolare in via Odazio, luogo simbolo e cuore pulsante delle proteste contro la campagna di sgomberi delle abitazioni illegalmente occupate nella zona Giambellino-Lorenteggio, arrestando nel corso delle perquisizioni effettuate in diversi appartamenti di via degli Apuli anche alcuni militanti di origine francese e tedesca. E la sera i ragazzi della Base hanno risposto a modo loro, con una manifestazione che, partita alle 20 da piazza Tirana, si è snodata, tra slogan e frasi di scherno rivolte alle camionette della Polizia, per le strade del quartiere fino a via Manzano dove è stato occupato un appartamento di sette stanze al primo piano. Un appartamento vuoto e spazioso con acqua corrente, servizi funzionanti e, dopo pochi minuti, anche corrente elettrica grazie a un paio di pinze e due mani esperte. Quella che, dicono, sarà la Base di Solidarietà Popolare del futuro.
A pochi giorni dal “May Day” (questo il nome nuovo affibbiato al primo maggio), una prova di forza doveva essere ed una prova di forza alla fine è stata. Un po’ sottotono in verità, se pensiamo che gli organizzatori della manifestazione speravano di vedere la gente del quartiere scendere giù in massa dai casermoni popolari dell’Aler per schierarsi al loro fianco nella lotta contro gli invasori mandati dal Comune, e invece si sono ritrovati in piazza un centinaio di persone scarso tra cui molti appartenenti ad altri centri sociali accorsi qui a dar manforte ai compagni in difficoltà.
Ma il risultato di questo primo confronto tra forze dell’ordine e antagonisti non va preso alla leggera. Le premesse per lo scontro ci sono state, soprattutto quando tra i manifestanti bloccati da entrambi i lati nella stretta via Manzano sono comparsi cappuccini neri, passamontagna, caschi e sampietrini pronti da lanciare alle forze dell’ordine in tenuta antisommossa.
La presenza tra gli antagonisti di molti militanti venuti dall’estero (Francia, Germania, ma anche Spagna e Grecia) poi non lascia sperare niente di buono per i giorni che verranno. La sensazione è che quello di ieri sia stato solo un assaggio di ciò che attende Milano e che il grido: "Ci vediamo il primo maggio!" sia una promessa più che una minaccia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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