Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso di una conferenza stampa ha fatto il punto sulla situazione in Afghanistan. Dopo la rocambolesca evacuazione da parte delle truppe Usa presenti sul territorio, l'amministrazione dem è stata travolta dalle critiche. In questo quadro così incerto Biden non ostenta sicurezza su come finirà l'operazione in corso per portare tutto il personale Usa via dall'aeroporto di Kabul: "Non posso promettere quale sarà il risultato finale delle operazioni di evacuazione all'aeroporto di Kabul, ma posso assicurarvi che mobiliterò tutte le risorse necessarie".
"Seimila truppe sul posto"
Parole che lasciano intendere quanto sia difficile dalle parti di Washington la gestione di questa emergenza. Parlando alla nazione, il presidente degli Stati Uniti ha cercato comunque di tracciare una road map per la completa evacuazione: "Abbiamo fatto progressi, messo in sicurezza aerei, permettendo ai voli di partire. Seimila truppe sono sul posto, è una delle più difficile ponte aereo nella storia. Stiamo facilitando i voli per gli alleati e lavorando in coordinamento con la Nato, queste operazioni continueranno nei prossimi giorni, faremo di tutto per garantire un'evacuazione sicura a chi potrebbe essere colpito a causa dei suoi legami con gli Stati Uniti".
I motivi della fuga
Poi il presidente Usa ha cercato di spiegare i motivi di questa scelta strategica che ha dato vita ad una vera e propria fuga dall'Afghanistan: "L'unica cosa da fare era preparare forze americane per il processo di evacuazione. Secondo le informazioni che avevamo quello che è successo sarebbe potuto avvenire più avanti, e invece è avvenuto prima del previsto. Non ci aspettavamo che le posizioni afghane sarebbero state abbandonate così in fretta. Ma non c'è modo in cui avremmo potuto lasciare l'Afghanistan senza quello che state vedendo adesso. Eravamo in una posizione non comoda". Il presidente Usa ha poi ribadito: "Questo è una delle più grandi e difficili evacuazioni aeree nella storia, e l'unico Paese nel mondo capace di proteggere con questa forza e dall'altra parte del mondo con questo grado di precisione sono gli Stati Uniti".
Un collasso in 11 giorni
Infine, nel corso di una intervista al Wall Street Journal, il numero uno della Casa Bianca ha nuovamente ribadito che la sua amministrazione di fatto si è fatta trovare impreparata: "Un collasso in
11 giorni era considerato altamente improbabile". Intanto in Afghanistan le violenze dei talebani proseguono con spari sulla folla e su chi prova ad opporsi alla furia dei nuovi "signori" di Kabul. Il tutto con un arsenale di armi lasciato proprio dagli americani...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.