A dare la notizia della sua morte, in queste ore, è stato il gruppo Coordinadora Niunamenos Chile. Ma le circostanze del decesso della fotografa 38enne Albertina Martines Bugos, che lavorava per il canale televisivo Mega, non sono ancora state chiarite. Di lei si sa che era stata testimone di quanto accaduto in Cile negli ultimi giorni e che ha perso la vita in modo molto violento. Accoltellata. Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, infatti, il corpo della donna è stato trovato la notte del 21 novembre: aveva segni di percosse e ferite d'arma da taglio.
Un "presunto omicidio"
Gli investigatori, per adesso, hanno definito la sua morte un "presunto omicidio". Chi ha trovato il suo cadavere, però, non ha trovato la macchina fotografica e il computer della 38enne, dove molto probabilmente erano conservate le immagini delle proteste e il materiale che documentava le azioni della polizia e dei militari contro i manifestanti, nell'ambito delle proteste contro il governo di Sebastián Piñera.
La perdita di ogni contatto con lei
In base a quanto ricostruito, da qualche giorno, la fotografa non aveva più contatti con i suoi familiari che, molto preoccupati per lei, l'avevano prima cercata all'interno della sua abitazione, senza però avere alcuna risposta. Il corpo senza vita è stato ritrovato subito dopo. Secondo le ricostruzioni, gli amici della danno avrebbero invitato i media a non dare risalto a ipotesi che, per ora, non trovano alcuna conferma.
La dichiarazione degli amici
Chi la conosceva ha infatti voluto specificare che nulla è (per ora) stato reso ancora ufficiale: "Siamo compagni e amici di Albertina. Vogliamo chiarire che ufficialmente non ci sono informazioni sulla morte. Nel contesto delle rivolte di questi giorni sappiamo che era presente al cortedo di giovedì 14 novembre per la prima volta e sappiamo che la nostra cara Berty aveva un po' paura ad assistere alle manifestazioni, quindi vogliamo chiarire che Albertina non stava registrando nulla". Il messaggio si conclude con la richiesta di rispetto del dolore (soprattutto dei familiari) e l'invocazione affinché sia fatta giustizia sulla sua morte.
La richiesta della rete femminista
Il gruppo cileno di "Non una di meno", però, chiede e pretende siano fatte indagini accurate e scrivono: "Oggi chiediamo che le cause della sua morte siano chiarite, per non parlare del fatto che né il suo computer, né la sua fotocamera erano nel suo appartamento al momento in cui è stata trovata senza vita". Il gruppo, poi, chiede che nessuno dimentichi il suo nome, la sua storia, la sua professione e, soprattutto, il suo volto.
Un altro caso simile
Il decesso di Albertina Martinez Burgos arriva qualche ora dopo la morte di Daniela Carrasco, l'artista di strada di 36 anni, che tutti conoscono come "La Mimo" e che si esibiva tra Santiago e la sua cittò, il comune di Pedro Aguirre Cerda, nella periferia della capitale.
All'inizio, le autorità avevano confermato l'ipotesi di un suicidio, ma la sera prima del ritrovamento del suo cadavere (trovato appeso alla recinzione del parco André Jarlan), la donna era stata arrestata. Per il sindacato nazionale degli attori e gli attivisti, la donna sarebbe stata uccisa dalle forze dell'ordine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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