Così Joe Biden salvò il giudice ultra-conservatore Clarence Thomas

Sulla composizione della Corte Suprema che ha cancellato la sentenza Roe v.Wade che tutelava l'aborto a livello federale c'è anche lo "zampino" di Joe Biden: ecco perché

Così Joe Biden salvò il giudice ultra-conservatore Clarence Thomas

Per il giudice della Corte Suprema Clarence Thomas, dopo che la stessa corte ha deciso di cancellare la sentenza Roe v. Wade, che dal 1973 garantisce su scala federale la facoltà per le donne incinte di praticare l’aborto, è davvero un bel periodo. Da quando è entrato a far parte della Corte nel 1991, è stato il più fervente oppositore della sentenza che tutelava del diritto all'aborto. Ora, grazie anche ai tre giudici nominati dall'ex presidente Donald Trump, la Corte ha annullato la Roe v. Wade e la missione di Thomas può dirsi compiuta, anche se venerdì è tornato a far infuriare i liberal Usa quando ha affermato che le storiche sentenze della Corte Suprema che stabiliscono i diritti dei gay e i diritti alla contraccezione dovrebbero "essere riconsiderate" ora che il diritto federale all’aborto è stato revocato. Thomas venne nominato da George H. W. Bush, ma c'è un'altra persona, piuttosto importante, che il giudice deve ringraziare, ancora oggi, se siede nella Corte Suprema: l'attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden.

Quando Biden "salvò" il giudice ultra-conservatore

Correva l'anno 1991 e Joe Biden era a capo della commissione giudiziaria del Senato quando l'allora presidente George H.W. Bush presentò la nomina di Thomas alla Corte Suprema. Anita Hill, collega di lavoro del giudice, si fece avanti e accusò quest'ultimo di averla molestata sessualmente mentre era il suo supervisore presso il Dipartimento dell'istruzione e la Commissione per le pari opportunità di lavoro. Thomas negò l'accuse, affermando che erano basate sugli stereotipi contro gli uomini di colore. "Sarebbe stato più comodo rimanere in silenzio", dichiarò Hill all'epoca. "Ma quando un rappresentante di questo comitato mi ha chiesto di raccontare la mia esperienza, ho sentito che dovevo dire la verità. Non potevo tacere".

Aborto, anche il presidente Usa sotto accusa

Nel corso della drammatica testimonianza, Anita Hill venne duramente criticata dal comitato presieduto dall'allora senatore Joe Bien, in partricolare dai rappresentanti del partito repubblicano, che difesero a spada tratta il giudice nominato da Bush padre. Anche se non poteva controllare i suoi colleghi del Gop, Biden "controllò" il procedimento, che si concluse prima che un certo numero di donne potesse testimoniare per sostenere la tesi di Hill. Come ha spiegato il New York Times nel 2019, una delle potenziali testimoni, Sukari Hardnett, una avvocata di Silver Spring, raccontò in un'intervista che decise di farsi avanti mentre guardava l'udienza in tv quando vide cosa stavano accadendo ad Anita Hill e i repubblicani cercassero di distruggerla. Hardnett scrisse una lettera in cui descriveva in dettaglio le sue esperienze e la presentò al comitato tramite il preside della sua facoltà di giurisprudenza, aspettandosi di essere chiamata a testimoniare.

Tuttavia, quella chiamata non arrivò mai. Come ricorda il Corriere della Sera, a seguito della sua conferma alla Corte Suprema, Clarence Thomas, affermò: "I progressisti mi hanno rovinato la vita per 43 anni; adesso io rovinerò la loro per i prossimi 43". Una parola che ora il giudice vuole mantenere, anche grazie debolissimo operato di Biden in qualità di presidente della Commissione che indagava sulle sue (presunte) molestie.

Non è affatto un caso se, nel 2019, all'inizio della sua campagna presidenziale nel 2019, Biden contattò Hill per scusarsi pubblicamente per quello che la donna dovette sopportare 28 anni prima. Troppo tardi: il passato, primo o poi ritorna.

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