Covid, navi ferme al porto di Shanghai: rischio paralisi mondiale

Sono quasi 500 le navi container bloccate al porto di Shanghai a causa della mancanza di personale per il lockdown che sta mettendo ko 26 milioni di abitanti: ecco cosa sta succedendo

Covid, navi ferme al porto di Shanghai: rischio paralisi mondiale

La situazione a Shanghai è paradossale e drammatica: il lockdown imposto sulla città che sta bloccando in casa 26 milioni di cittadini, sta causando anche un enorme ingorgo di navi in attesa di carico ed altre in attesa di scarico che rischiano un effetto a catena tale da far rallentare le catene di approvvigionamento globali. La megalopoli cinese, infatti, è il principale snodo del pianeta delle portacontainer ma l’attività del porto sta rischiando la totale paralisi a causa della mancanza di personale e delle folli norme sanitarie ma così dure, neanche durante la prima ondata di pandemia.

I numeri del blocco navale

Tutte le navi merci bloccate in prossimità del porto, in entrata e uscita, hanno sfiorato 500 nei giorni scorsi, adesso sono 477 come calcolato dal sito Bloomberg. Un numero incredibile destinato a rimanere stabile o tornare ad aumentare se il governo non correrà ai ripari il prima possibile. Come spiega il Corriere, i contraccolpi su tutte le catene mondiali di forniture sono enormi: dalla tecnologia all'alimentazione, un pezzo di qualsiasi settore commerciale guarda con preoccupazione quanto succede laggiù. In occasione del lockdown del 2021, la "fila" di navi bloccate a Shanghai non ha mai superato il numero di 200: oggi sono più del doppio e per una variante non cattiva com'era il primo Covid. Follie cinesi.

L'importanza di Shanghai

Secondo armatori e commercianti, la carenza di lavoratori portuali a Shanghai sta rallentando la consegna della documentazione necessaria alle navi per scaricare i carichi. Nel frattempo, le navi che trasportano metalli come rame e minerale di ferro vengono lasciate in mare aperto poiché i camion non sono in grado di inviare merci dal porto agli stabilimenti di lavorazione. Parte di questa congestione si sta diffondendo in altri porti, con le navi dirottate più a nord verso i porti di Qingdao e Tianjin, dove i servizi di autotrasporti non sono stati così colpiti. A Tianjin c'erano 54 navi in ​​attesa l'11 aprile, un aumento del 29% in un mese. La congestione è stata inferiore nelle province di Hebei e Liaoning, dove il trasporto su gomma è stato ostacolato anche da test di massa obbligatori su camionisti e lavoratori a marzo e aprile. Da Shanghai, il più grande porto commerciale del mondo, ogni anno transitano oltre 4 milioni di tonnellate di merci.

I tre eventi negativi

Una catena negativa di eventi ha rallentato enormemente l’intero traffico planetario dei container: Covid, maggiore domanda mondiale e la guerra in Ucraina hanno fatto schizzare i prezzi verso l’alto i prezzi aumentati del 400-500% rispetto al 2019. Adesso, però, è la follia cinese a paralizzare chi transita da Shanghai con un lockdown senza senso per una variante molto infettiva ma poco mortale. La rabbia tra i cittadini è enorme come dimostrano molti video diffusi sui social. Ma anche la carenza di beni di prima necessità in alcuni distretti cittadini, alimentata dai gravi affanni che hanno aflitto il settore logistico, fanno la differenza in negativo.

Supermercati e negozi di alimenti sono presi d’assalto da gente affamata, droni sorvolano i quartieri intimando ai cittadini di non uscire dalle proprie abitazioni e persino cani robot che passano per le strade dicendo di rimanere dentro le proprie mura: è questa la strana quotidianità della metropoli cinese.

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