"Crocifissi ammessi con riserva". Polemica sulle nuove regole del mercatino di Natale

Nella lista dei prodotti proibiti o ammessi con riserva sulle bancarelle del tradizionale mercatino di Natale di Strasburgo ci sono anche i crocifissi. La giunta ecologista: "Vogliamo preservare la qualità". Ma è polemica

"Crocifissi ammessi con riserva". Polemica sulle nuove regole del mercatino di Natale

La tartiflette dovrà essere rimpiazzata dalla versione realizzata con il formaggio alsaziano Munster, lo Champagne sarà vietato, al suo posto solo Crémant d’Alsazia. L’obiettivo è rendere il mercato di Natale di Strasburgo più autentico e più ecologico. Ma la lista dei prodotti che sarà vietato commercializzare tra le bancarelle, realizzata dalla giunta comunale ecologista della città, da settimane è nell’occhio del ciclone. E non solo perché è stata pubblicata ad appena un mese di distanza dal tradizionale appuntamento, con gli espositori che hanno già ordinato e pagato gli stock.

Ma anche perché nell’elenco dei prodotti proibiti o da approvare con riserva, oltre ad hot-dog, ombrelli, loukum turchi, specialità italiane o delizie mediorientali, sono finiti anche i crocifissi. "La priorità è assicurare che siano dignitosi e di buona fattura, realizzati in Europa e non provenienti dai container asiatici", ha spiegato all’emittente francese Europe1, Guillaume Libsig, che fa parte della commissione consultiva di selezione che ha stilato la lista di 350 articoli, alimentari e non, da bandire dagli stand. Ma Jean-Philippe Vetter, consigliere municipale dei Repubblicani, ha scritto una lettera alla sindaca dei Verdi, Jeanne Barseghian, per esprimere preoccupazione sulla "possibilità che si vogliano interdire i simboli della fede cristiana nel tradizionale mercatino natalizio".

Dall’amministrazione rassicurano che lo scopo è di evitare che la città diventi un "supermercato a cielo aperto", e che sulle bancarelle cittadini e turisti possano trovare solo prodotti particolari, locali e sostenibili. Mettendo i crocifissi nella categoria "con riserva", spiega la giunta ecologista, si vuole soltanto poter giudicare la qualità degli oggetti proposti, vigilando che non si tratti di "piccole croci in plastica", ma di manufatti provenienti ad esempio da artigiani del posto. "Non scenderemo a compromessi sulla qualità dei prodotti proposti", rimarca l’amministrazione in una serie di post su Twitter. "Abbiamo promesso di dare nuova vita a questa istituzione, - sottolineano dall’entourage del sindaco - che oggi viene evitata dagli abitanti della città, che spesso la considerano solo un inconveniente di 6 settimane".

La polemica, però, nel frattempo ha varcato anche i confini nazionali. Ad intervenire nel dibattito è la deputata europea della Lega, Silvia Sardone, che proprio da Strasburgo, dove è in corso la plenaria del Parlamento europeo, accusa l’amministrazione di sinistra di nascondersi dietro la scusa della qualità per giustificare una scelta "politicamente corretta".

"Anche se non lo dicono pubblicamente – attacca la leghista in un video pubblicato sui social – vogliono censurare i prodotti che non sono in linea con lo spirito multiculturale della città dove stanno costruendo la moschea più grande d’Europa, anche con fondi pubblici". "Svendiamo la nostra cultura per non urtare quella dei nuovi arrivati, soprattutto di fede islamica. – incalza – È un’assurdità, invece di rivendicare le nostre radici, le censuriamo".

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