Sono cinquantatre i prigionieri politici che l'Avana aveva promesso di liberare in seguito a un accordo con gli Stati Uniti. Un'intesa che ha rispettato, anche se sull'identità resta il segreto, che sarà svelato soltanto da Barack Obama davanti al Congresso degli Stati Uniti.
Un passo importante, quello dei cubani, che fa da premessa a quei colloqui all'Avana che si terranno il 21 e 22 di gennaio, con lo scopo di arrivare a una normalizzazione dei rapporti con Washingon, per decenni fermati dall'ostilità, prima dell'apertura arrivata a metà dicembre.
Il nuovo corso nei rapporti tra Cuba e Stati Uniti ha visto anche il rilascio di tre spie cubane, in cambio di un agente cubano che lavorava per gli americani e di Alan Gross, volontario americano detenuto con l'accusa di spionaggio.
La liberazione dei prigionieri è per l'amministrazione statunitense "una pietra miliare" sulla nuova strada intrapresa e allo stesso tempo un traguardo su cui costruire ancora.
"Ci sono altri individui detenuti per avere affermato i loro diritti universali il cui caso abbiamo sollevato in passato", ha detto una fonte dell'amministrazione ai giornalisti.
E ora la Casa Bianca si aspetta il rilascio anche di queste persone.Secondo gli Stati Uniti le persone liberate sono soggetti segnalati dalle organizzazioni umanitarie, in cella per avere promosso riforme politiche o esercitato il proprio diritto di parola.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.