Dugin e il vuoto di un padre davanti alla morte della figlia

L'immagine straziante del professore russo di fronte all'auto in fiamme della figlia ci ricorda il dramma di coloro che sono costretti a vivere la morte di chi hanno più a cuore

Dugin e il vuoto di un padre davanti alla morte della figlia

Un boato squarcia la notte della periferia di Mosca e un bagliore improvviso illumina il cielo. Un uomo si ferma, scende dall'auto e non riesce più a muoversi. Si fa come di pietra. Alla sua destra un cespuglio di fuoco. Quella figura, quasi un fantasma dalla barba lunga e grigia, guarda fisso davanti a sé mentre si tiene la testa con le mani. Il volto è sconvolto. Tirato. Sfigurato.

Aleksander Dugin viene fotografato in quello che è il momento più straziante della vita di un genitore: la morte di un figlio. In questo caso di una figlia. Non c'è guerra, non c'è ideologia, per quanto folle, di fronte a momenti del genere. Neppure se ad esser colpiti sono gli avversari, cosa ben diversa dai nemici. C'è solo la pietas, la pietà per i morti. E pure per i vivi, che sono costretti a vivere anche quando non vorrebbero farlo più perché è stato strappato loro ciò che avevano di più caro.

I due, Aleksander e Darya, erano uniti da una comune visione del mondo. Il padre - giusta o sbagliata che sia, non è questo né il momento né il luogo - aveva trasmesso alla figlia la sua idea di ciò che era stata ed è oggi la Russia. E di ciò che sarebbe dovuta essere domani. E lei ci aveva creduto. Aveva calcato le orme di quell'ingombrante padre - odiava essere presentata come "la figlia di..." - e le aveva percorse a modo suo.

Si dice che sulla Toyota in cui ha perso la vita Darya ci sarebbe dovuto essere pure Dugin. Così non è stato. All'ultimo momento, per quegli strani e a volte macabri scherzi del destino, il professore aveva preferito salire su un'altra auto e, così, ha visto la figlia morire di fronte a lui. Non ha potuto fare nulla. Solo guardare. Impotente.

Nessuno, nemmeno i

santi, è in pace di fronte alla morte di una persona cara. Nessuno può tollerare la morte di un figlio. E quell'uomo, quel fantasma dalla barba lunga e grigia che viene presentato come il diavolo di Putin, ce lo ricorda.

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