Falso allarme, Kgb e Mig: così hanno agito i "pirati dei cieli"

Il volo Ryanair FR4978 è stato dirottato mentre si avvicinava allo spazio aereo lituano. Minsk ha arrestato un passeggero: Roman Protasevich, dissidente anti Lukashenko

Falso allarme, Kgb e Mig: così hanno agito i "pirati dei cieli"

Una dinamica che fa parlare di un vero e proprio atto di pirateria nei cieli della Bielorussia. Per Minsk si è trattato di un'operazione di emergenza dovuta all'allarme per la presenza di un ordigno esplosivo a bordo. Per i Paesi occidentali, quanto avvenuto nei cieli bielorussi è un dirottamento senza alcuna giustificazione legale che necessita di una immediata risposta politica e legale, perché ha messo in pericolo l'aviazione civile al solo scopo di arrestare un dissidente: Roman Protasevich.

La dinamica dell'episodio

Il volo Ryanair FR4978 parte nella tarda mattinata da Atene diretto verso l'aeroporto di Vilnius. Un volo low-cost tranquillo, con una rotta sud-nord che non ha avuto alcun tipo di complicazione fino all'avvicinamento dell'aereo alla frontiera tra Bielorussia e Lituania. A quel punto, dalle autorità di volo bielorusse arriva una comunicazione d'emergenza: a bordo, secondo Minsk, c'è una bomba. Il pilota capisce che qualcosa non torna, tanto da chiedere alle autorità bielorusse di farlo atterrare comunque nella capitale lituana, visto che è ormai più vicina rispetto allo scalo nazionale. Ma da Minsk il segnale è chiaro: invertire la rotta e dirigersi verso l'aeroporto della capitale. E per convincere il pilota a desistere, Aleksander Lukashenko fa decollare un Mig-29, che inizia a scortare il mezzo per 160 chilometri fino a che non mette le ruote del carrello sula pista d'atterraggio dell'aeroporto bielorusso.

Alcuni stralci della concitata trattativa sulle frequenze di emergenza sono stati pubblicati anche sui canali social bielorussi e riportati da Ont Tv su Telegram. La prova di questo negoziato nei cieli sembra fornirla anche il sito di monitoraggio dei voli Flightradar24, che mostra come l'aereo, invece di iniziare la fase di discesa a 170 chilometri da Vilnius, abbia mantenuto la stessa quota di volo fino a 30 chilometri dalla frontiera, impostando una netta virata verso sud solo nel momento in cui il Mig ha probabilmente "invitato" per l'ultima volta l'equipaggio a invertire la rotta. Una rotta che ha subito anche delle strane virate successive: forse una conferma del complesso negoziato. Secondo Tadeusz Gizcan, caporedattore di Nexta, cioè il canale fondato da Protasevich, "operativi del Kgb si sono imbarcati questa mattina con Roman Protasevich". E una volta che l'aereo si è trovato nello spazio aereo della Bielorussia, "gli agenti hanno iniziato una discussione con il personale" di bordo, parlando di una bomba. A quel punto si sarebbe arrivati a un Sos con il decollo del Mig e l'atterraggio.

Protasevich e il Kgb

Le ricostruzioni dei media bielorussi e dei siti a questo punto si fanno più nebulose, ma quello che è certo è che l'atterraggio c'è stato e che l'aereo è ripartito nell'arco di 40 minuti con tutti i passeggeri a bordo. L'unico a non ripartire dalla Bielorussia è stato sicuramente Protasevich, arrestato delle forze di polizia locali. L'uomo, come riporta Il Corriere della Sera in base alle dichiarazioni di un passeggero al sito delfi.lt, una volta saputo dell'atterraggio di emergenza avrebbe iniziato ad agitarsi in modo molto vistoso. E lo stesso Protasevich aveva detto di non sentirsi al sicuro dopo aver incontrato, proprio in Grecia, Svetlana Tikhanovskaya, leader dell'opposizione. Alcuni agenti del Kgb - il servizio segreto bielorusso si chiama ancora come la famigerata intelligence sovietica - avrebbero anche fotografato il suo passaporto prima dell'imbarco e alcuni siti riportano che sei passeggeri del volo, ancora completamente anonimi, sarebbero scomparsi dopo l'atterraggio di emergenza a Minsk. Il sospetto è che fossero agenti del Kgb sotto copertura.

L'allarme bomba è stato smentito in poco tempo. Nessun ordigno nell'aereo ed è potuto atterrare a Vilnius alle 20:30 ora italiana.

I passeggeri a quel punto erano 170: all'appello mancava Roman Portasevich, che rischia 15 anni di carcere insieme alla compagna, la 23enne russa Sofya Sapega, arrestata nelle stesse ore mentre si trovava a Minsk.

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