Campioni attivi di antrace, un batterio che può portare alla morte in 7 giorni, sono stati inviati dall'esercito Usa in giro per il mondo e in almeno 22 laboratori negli Stati Uniti. Centri di ricerca che le hanno maneggiate immaginando fossero morte e scoprendo solo in seguito che erano potenzialmente letali.
Come ha fatto sapere un funzionario della Difesa, l'errore è stato compiuto dal laboratorio Dugway Proving Ground nello Utah, che ha spedito campioni di antrace in altri laboratori in Texas, Wisconsin, Delaware, New Jersey, Tennessee, New York, California e Virginia. Il colonnello Steve Warren ha assicurato che le persone che sono state in contatto con il batterio "non hanno contratto infezioni e non ci sono rischi". Tuttavia, la pericolosità dell'antrace non è da sottovalutare, anzi. Le spore del batterio possono rimanere vive anche per decine di anni e proliferare dove trovano nutrimento. Inoltre, i suoi effetti sull'uomo sono letali: il contagio può avvenire per via cutanea, polmonare o gastroenterica e in tutti questi casi può portare alla morte. I rischi maggiori si hanno se inalato: i primi sintomi della malattia sono simili a quelli di un'influenza, comprendono tosse, stanchezza, febbre, ma quando compaiono quelli più gravi è ormai tardi per instaurare una terapia. La morte può arrivare in sei o sette giorni, per questo è stato più volte utilizzato come arma battereologica.
Il pasticcio dell'U.S Army nei giorni scorsi ha varcato i confini nazionali. L'antrace, infatti, è stato inviato anche ad alla Osan Air Force Base in Corea del Sud, dove 22 persone potrebbero essere state direttamente a contatto con le spore attive. Tanto che il comando militare ha deciso di sottoporre tutti alla profilassi di emergenza, sperando questo possa fermare l'eventuale contagio. Inoltre, anche un laboratorio in Australia ha oggi trovato tracce di antrace nei suoi locali, a causa di una partita inviata nel 2008 sempre dallo stesso sito di ricerca negli Stati Uniti.
Normalmente, spiegano fonti della Difesa, i campioni inviati alle altre installazioni coinvolte nello studio contengono batteri morti. Non è chiaro cosa sia successo questa volta, ma i primi ad accorgersi che i batteri erano vivi sono stati i membri del personale di un laboratorio in Maryland il 22 maggio. Ora le indagini mirano ad identificare se vi siano stati errori nell'irradiazione delle spore, ma al momento - hanno fatto sapere fonti militari ai media Usa - semplicemente non si sa cosa sia accaduto. Gli esperti dei Cdc stanno raccogliendo tutti i campioni inviati per errore e pianificano di riesaminarli nei laboratori di Atlanta.
Ma i 4671058654785px;">militari che hanno analizzato le rimanenze a Dugway hanno confermato che le spore sono vive. Per ora dal comando comando militare solo deboli rassicurazioni: "Nessun rischio". Ma l'imbarazzo rimane.
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