Il ministero della Difesa tedesco è finito di recente nella bufera, accusato di ostacolare l’inchiesta parlamentare sullo scandalo-consulenze in cui sarebbe coinvolta Ursula von der Leyen.
La commissione-Forze armate del Bundestag, spiega Deutsche Welle, sta infatti provando a fare luce sui milioni di euro spesi in collaborazioni dalla neopresidente della Commissione Ue all’epoca in cui lei era a capo del dicastero in questione. L’inchiesta parlamentare, promossa da Verdi, sinistra e liberali, è partita all’indomani dei rilevi effettuati dalla Corte dei Conti federale, che aveva accusato la von der Leyen, ministro della Difesa dal 2013 al 2019, di avere sottoscritto contratti di consulenza“senza espletare alcuna procedura di gara” e “senza fare una ragionevole analisi dei costi”.
Gli accertamenti condotti sulla vicenda dalla commissione del Bundestag, che hanno portato ad oggi all’analisi di circa 4mila documenti e all’audizione di 30 testimoni, sono stati però finora, sottolinea la stessa emittente,“sabotati” dai vertici della Difesa. Questi ultimi, dopo mesi di tentennamenti, hanno quindi recentemente ammesso, davanti ai deputati, di avere “ripulito” il cellulare utilizzato dalla von der Leyen negli anni in cui lei era responsabile delle Forze armate.
Funzionari del dicastero, interrogati dai parlamentari, hanno appunto dichiarato in questi giorni di avere cancellato “per ragioni di sicurezza” i dati salvati sul telefonino all’epoca in dotazione al ministro del governo Merkel.
La rimozione delle chat e dei messaggi salvati sul cellulare, riporta Deutsche Welle, sarebbe stata compiuta dai vertici della Difesa lo scorso agosto, nonostante la commissione del Bundestag avesse da tempo classificato le informazioni contenute in quel supporto come “prove” dello scandalo. Ad avviso dell’autorità inquirente, i messaggi presenti sul telefonino ministeriale avrebbero consentito di capire finalmente se la von der Leyen agì deliberatamente nello stipulare contratti di consulenza milionari senza organizzare una gara pubblica.
L’ammissione, da parte di alti funzionari del dicastero delle Forze armate, di avere cancellato, in spregio al lavoro dell’organo parlamentare, dati cruciali per le indagini sulla neopresidente della Commissione Ue ha subito scatenato l’indignazione dei deputati di opposizione all’esecutivo Merkel. Ad esempio, Tobias Lindner, responsabile de I Verdi per le questioni della Difesa, ha tuonato contro la “distruzione di prove perpetrata da uomini dello Stato”.
Egli, citato dallo stesso network, ha successivamente elencato le gravi mancanze e irregolarità di cui si sarebbe macchiato fino a oggi il ministero incriminato: “All’inizio, i funzionari del dicastero avevano fatto sapere alla commissione inquirente che non riuscivano a rintracciare il telefonino dell’ex ministro von der Leyen. Poi, una settimana fa, ci hanno raccontato di averlo trovato, ma che, purtroppo, soltanto la von der Leyen conosceva il Pin di accesso e, infine, comunicano oggi che tutte le informazioni rilevanti contenute in quel cellulare sono state cancellate lo scorso agosto”.
Lindner ha quindi definito “inaccettabile” il fatto che i vertici della Difesa puntino ad “affondare” l’inchiesta del Bundestag sulle consulenze milionarie, esortando contestualmente Annegret
Kramp-Karrenbauer, esponente Cdu nonché attuale responsabile di tale dicastero, ad adottare i dovuti provvedimenti a carico dei funzionari colpevoli del “sabotaggio” del lavoro degli inquirenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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