Cosa ci fa Gerhard Schroeder a Mosca? In Germania molti se lo chiedono dopo che la Bild, uno dei maggiori tabloid del Paese, ha rivelato che lo storico leader socialdemocratico e ex cancelliere (predecessore di Angela Merkel, in carica dal 1998 al 2005) si è recato domenica scorsa nella capitale russa dopo aver fatto scalo a Baku, capitale dell'Azerbaijan.
Schroeder glissa: "Mosca una bella città"
Su Schroeder è nuovamente piombata una sequela di critiche da parte di media e opinione pubblica tedesca, che da tempo si sono divisi sui profondi e innervati rapporti del padre della liberalizzazione del mercato del lavoro e del controverso pacchetto Hartz con la Russia, Paese con cui da leader Spd e capo del governo Schroeder ha intessuto una relazione calorosa. Prodomica alla creazione di quell'integrazione economica ed energetica ("GeRussia") coltivata dalla Merkel nei suoi sedici anni di mandato e spazzata via dalla decisione di Vladimir Putin di invadere l'Ucraina.
E potrebbe esserci proprio il tentativo di salvare ciò che resta di questi legami dietro il viaggio moscovita di Schroeder. Ufficialmente l'ex cancelliere si trova nella città in vacanza. Alla tv tedesca Rtl ha dichiarato, sornione, di ritenerla "una bella città". Ma i veri motivi della visita potrebbero essere altri. E non alternativi all'interesse nazionale tedesco.
L'energia, il vero nodo?
Secondo il Corriere della Sera al centro del progetto che ha portato Schroeder a Mosca c'è l'energia: "la visita dell'ex cancelliere ha lo scopo di tenere alcuni colloqui informali a tema politica energetica, e particolarmente sulle forniture di gas attraverso Nord Stream" che, lo ricordiamo, Gazprom ha tagliato dell'80% due giorni fa alla vigilia delle negoziazioni europee sul taglio ai consumi di gas. Una strategia di guerra psicologica evidente che ha portato i prezzi dell'oro blu in Europa a sfiorare i 200 euro al MWh e la Germania a temere una nuova drastica crisi energetica.
Del gasdotto "proprio Schröder, negli ultimi mesi del suo cancellierato, nel 2005, era stato fortissimo sostenitore; e tra non poche critiche, settimane dopo l'elezione di Merkel, era stato nominato da Putin direttore del comitato degli azionisti del consorzio costruttore", Nord Stream AG. Dal 2017 fino a maggio scorso, inoltre, Schroeder era presidente del consiglio di amministrazione di Rosneft, il colosso petrolifero di Mosca, un ruolo che il Cremlino gli retribuiva profumatamente con una paga stimata dal Financial Times in 600mila dollari annui.
La diplomazia privata di Schroeder
La presenza di Schroeder come presunto agente d'influenza russo e i legami tra lo storico leader Spd e la Russia sono diventati oggetto di discussione in Germania dopo l'invasione russa dell'Ucraina.
Schroeder, che poco prima dell'invasione era stato inoltre in lizza per un posto nel cda di Gazprom ed è stato privato di tutti i privilegi degli ex parlamentari tedeschi per il rifiuto di condannare l'aggressione di Putin a Kiev. Tuttavia, dopo l'inizio della guerra energetica tra il Cremlino e l'Occidente proprio la sua ambiguità è diventata un asset importante per il governo di Olaf Scholz, primo cancelliere Spd dai tempi di Schroeder, che al tempo stesso desidera ridurre la dipendenza energetica da Mosca ma teme il taglio definitivo alle forniture di gas, che condannerebbe Berlino a un inverno al freddo.
"Putin", ha dichiarato Schroeder di recente alla Faz, "è aperto a una soluzione diplomatica" e la diplomazia privata dell'ex cancelliere è importante, in questa fase, per una Germania che balla sul filo sul fronte energetico. Dmitriy Peskov, portavoce del Cremlino, ha aggiunto dubbi su dubbi dichiarando in una nota che, pur mancando un appuntamento ufficiale in agenda, lo Zar non esclude di ricevere Schroeder.
La visita a Mosca una sponda a Scholz?
L'ex cancelliere può promuovere un gioco delle parti tacito con il compagno di partito Scholz. Il quale non può esplicitamente farsi avanti per abboccamenti diplomatici con la Russia ma desidera evitare uno choc alle forniture dalla Russia e non vuole andare allo scontro frontale con Mosca. Tanto da ritardare i piani anti-russi della Commissione Europea guidata dalla connazionale Ursula von der Leyen.
Schroeder, formalmente un privato cittadino che dall'uscita dal governo si muove nella zona grigia tra politica, business e lobbismo, in tal senso può andare a sondare l'aria e il terreno dalle parti del Cremlino. Cercando di capire i margini che restano alla Germania per evitare una guerra energetica indiscriminata, il futuro di Nord Stream e in prospettiva gli scenari con cui dall'accordo sull'energia si può riaprire una diplomazia di pace per fermare uno scenario di guerra senza limiti in cui la Germania apapre tra le grandi sconfitte.
Caduta in deficit commerciale, prossima alla recessione e in dubbio sull'austerità energetica interna, Berlino non può permettersi di tirare la corda a lungo. E anche l'ex reietto Schroeder, in quest'ottica, può giocare un ruolo primario nel cercare vie di fuga a un esecutivo in piena confusione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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