Giappone, nel tempio ​buddhista arriva il monaco robot

Da questo weekend il monaco robot Android Kannon ha preso servizio presso il tempio buddhista di Kodaiji, a Kyoto. L'automa, per ora limitato ad impartire gli insegnamenti del Buddha, inizierà entro marzo a predicare in pubblico come i suoi confratelli umani

Giappone, nel tempio ​buddhista arriva il monaco robot

Giappone: terra dove convivono innovazioni tecnologiche e tradizioni millenarie. Un particolare sincretismo presente anche in ambito religioso, dove si fa labile la sottile linea di confine tra anima e memoria informatica, preludio forse di una nuova dimensione spirituale dell'uomo. A partire da questo weekend, presso lo storico tempio buddhista Kodaiji di Kyoto, ha preso infatti ufficialmente servizio Android Kannon, primo esempio di monaco robot antropomorfo, sviluppato attraverso un progetto di ricerca congiunto tra le autorità ecclesiastiche del tempio e il professor Hiroshi Ishiguro, docente di intelligenza robotica all'Università di Osaka. L'automa, costato 100 milioni di yen (circa 794mila euro), si limita per ora a trasmettere gli insegnamenti del Buddha - con sermoni programmati in giapponese, inglese e cinese - ma entro marzo dovrebbe iniziare a predicare in pubblico come un monaco a tutti gli effetti.

Come riporta inoltre il quotidiano giapponese Asahi, a far richiesta del robot furono proprio gli stessi sacerdoti del tempio, che chiesero al professor Ishiguro di progettare un androide che potesse comunicare con i fedeli in un modo che fosse semplice da comprendere, aiutando contemporaneamente a rassicurare le persone. Commentando l'arrivo del robot, il monaco Tensho Goto ha dichiarato: "In passato il buddhismo si è incredibilmente diffuso in tutto il mondo grazie all'emergere dell'iconografia buddhista. Speriamo che Android Kannon consenta agli insegnamenti del Buddha di raggiungere il cuore degli uomini del nostro tempo. Vogliamo che le persone vengano a vedere il robot e pensino all'essenza stessa del buddhismo".

Lo stesso nome giapponese del robot, Kannon, è un diretto riferimento all'omonimo spirito (Bodhisattva) della compassione e della misericordia. Secondo i monaci del tempio il bodhisattva Kannon ha la capacità di tramutare la propria forma per aiutare gli uomini, e quella nelle sembianze di androide sarebbe soltanto la sua ultima reincarnazione. Proprio per assomigliare maggiormente ad un essere umano, il viso, le spalle e le mani dell'automa - alto un metro e 95 per 60 chili di peso - sono ricoperti di silicone, mentre le parti mobili sono limitate alla testa, al busto e alle braccia. Infine, una piccola telecamera è posizionata nell'occhio destro.

Non è la prima volta che le istituzioni religiose si rivolgono alla tecnologia per far breccia più facilmente tra i fedeli. Un precedente caso di monaco robot, seppur più simile nelle fattezze ad un giocattolo che ad un automa vero e proprio, venne presentato in Cina nell'aprile del 2016 presso il Palazzo di Giada, un antico tempio buddhista situato nelle montagne a nord ovest di Pechino.

Nel mondo occidentale invece, si ricorda la decisione della Chiesa evangelica di Wittemberg, che nel maggio 2017 installò nella cattedrale locale un robot in grado di impartire benedizioni e di leggere brani della Bibbia. Forse un'anticipazione di un futuro non molto lontano in cui l'uomo, incapace di guardarsi interiormente, preferirà affidarsi all'onniscienza programmata di un microprocessore.

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